Continua la nostra rassegna sulle squadre di Raiffeiesen Super League svizzera: oggi tocca allo Young Boys di Berna.
Il Berner Sport Club Young Boys è una delle squadre più importanti, nel panorama calcistico elvetico: conta, infatti, undici vittorie nel massimo campionato, più sei nella Coppa Svizzera. Si tratta, però. di vittorie stagionate: il digiuno, per la squadra della capitale, dura esattamente da trent’anni (l’ultima vittoria del massimo campionato è datata 1985/86). In Coppa, non è che le cose vadano molto meglio: l’ultima affermazione, risale alla stagione successiva. La compagine giallonera ha poi raggiunto, in altre successive occasioni, la finale: l’ultima volta accadde nel 2009, quando venne sconfitta 3-2 dal Sion.
Lo scorso anno, i bernesi conclusero in seconda posizione: staccatissimi dal Basilea campione (66 punti contro 78, frutto di 19 vittorie, 9 pareggi e 8 sconfitte, con 64 reti segnate e 45 subite), con un rendimento casalingo particolarmente positivo (12 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte), al quale, però, hanno fatto eco numeri, in trasferta, decisamente peggiori (7 vittorie, 6 pareggi e ben 5 sconfitte). Secondo molti commentatori, questa netta differenza di rendimento sarebbe stata da accreditare al campo sintetico dello Stade de Susse. L’impianto, moderno e all’avanguardia, nato sulle ceneri del glorioso Wankdorfstadion, dove venne disputata la finale dei Mondiali 1954 (la partita passata alla storia del calcio come “Miracolo di Berna” , ha una capienza di 32.000 spettatori. E molti, finora (relativamente ai numeri della Super League), sono stati i tifosi accorsi sugli spalti per assistere agli incontri dei Gelb und Schwarz: 166’932, per una media partita di 18’548 (tre volte quella del Grasshopper, per citare un’avversaria simile come bacino d’utenza e tradizione calcistica).
Quest’anno, la squadra della capitale aveva fatto le cose in grande: una campagna acquisti faraonica, per queste latitudini (Loris Benito e Miralem Sulejmani dal Benfica i due nomi maggiori), per inseguire il sogno europeo. Com’è andata, si sa: lo YB, opposto al Monaco di Jardim nei preliminari di Champions, è stato sconfitto in entrambi gli incontri, andando incontro poi a un analogo risultato nel successivo preliminare di Europa League, contro i meno irresistibili armeni del Qarabag. Il fiasco europeo ha così gettato le basi per l’allontanamento dell’allenatore Uli Forte, sostituito dall‘austriaco Adi Hütter, artefice, in patria, del “miracolo Salisburgo“.
Come giocano i bernesi? Hütter è tecnico preparato e molto duttile: la sua squadra, infatti, gioca con un 4-2-3-1 che, a volte, diventa un 4-4-2 più classico. Davanti, giostrano il giapponese Kubo, Zakaria, Gerndt, e Sulejmani; in mezzo, fanno valere forza ed esperienza Nuzzolo e Sanogo Junior, mentre la difesa a quattro schiera, spesso, Benito, Lecjaks, Von Bergen, Vilotić e Sutter o Wutrich. Tra i pali, il promettente Mvogo (classe 1994). È una squadra, quando necessario, capace di essere molto fisica (51 ammoniti e 6 espulsi finora), come ben sanno a Lugano. Con Hütter in panchina, i bernesi hanno inanellato subito tre vittorie consecutive: tuttavia, dopo la sconfitta di misura a Basilea, non sono però più riusciti a ritrovare la vittoria per un mese (2-1 contro il San Gallo), e sono stati poi sconfitti seccamente a Lucerna, da un’avversaria diretta nella corsa all’Europa, prima della sosta. In Coppa svizzera sono stati sorprendentemente eliminati, a Berna, dallo Zurigo.
Dove può arrivare la squadra della capitale federale? Sono una compagine, tutto sommato, con un organico quasi sovradimensionato per la sola Super League. Con l’austriaco in panchina, hanno trovato più risultati e regolarità, ma in attacco non sono sempre incisivi: la differenza con la rivale per la seconda piazza (il Grasshopper di Tami, che ha cinque punti di vantaggio in classifica) è evidente (30 le reti segnate dai bernesi, contro le 46 messe a segno dai tigurini). Vero è che le Cavallette ne hanno incassate 10 in più (32 contro 22), ma la differenza reti dice +6 per la squadra di Zurigo. Tra l’altro, da dietro sta arrivando il Lucerna, vincitrice, prima della sosta, nello scontro diretto, e squadra molto ben impostata. Siamo convinti che, se troverà qualche gol in più alla ripresa, quella di Hütter sia una compagine che possa ambire al secondo posto, essendo più quadrata del Grasshopper. Se, però, Pierluigi Tami, a sua volta, dovesse trovare una maggiore solidità difensiva (che avevamo visto, prima della sconfitta di Lugano), le cose potrebbero diventare davvero complesse per lo YB.
(6 – Continua. Potete leggere le precedenti puntate, cliccando sui nomi delle squadre: Lugano, Basilea, Grasshopper, Sion e Zurigo)