Bundesliga, il riassunto del girone d’andata
LE CONFERME: Bayern Monaco, Borussia Mönchengladbach
I campioni di Germania in carica si apprestano a vincere il titolo per il quarto anno consecutivo dopo un girone d’andata dominato in lungo e in largo. 15 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta, 46 reti segnate e solo 8 subite. Il 5-1 rifilato a metà girone al Borussia Dortmund secondo in classifica la dice lunga sullo strapotere della squadra di Guardiola sul campionato. Arrivati alla pausa invernale, il Bayern ha otto punti di vantaggio sui gialloneri e non ci sono dubbi sul fatto che l’allenatore catalano lascerà la Germania (al suo posto arriverà Carlo Ancelotti) sollevando al cielo almeno un altro trofeo. Conscio dei problemi fisici che affliggono ormai da tempo Robben e Ribery, Pep ha portato in Baviera Douglas Costa e Coman quest’estate, acquisti che si sono rivelati azzeccati fin da subito. Ottimo anche l’impatto sui biancorossi di Arturo Vidal, arrivato dalla Juventus come il giovane francese e resosi protagonista senza far rimpiangere Schweinsteiger. I veri mattatori di questa prima parte di stagione sono però stati senza dubbio Robert Lewandowski e Thomas Müller: ventinove gol in due finora in Bundesliga (quindici per il polacco, quattordici per il campione del Mondo). Resterà nella storia inoltre la cinquina in tempo record di Lewandowski contro il Wolfsburg.
Dopo cinque ko nelle prime cinque giornate e le dimissioni di Lucien Favre, colui che aveva riportato la squadra in Champions League dopo innumerevoli anni, nessuno avrebbe scommesso un euro sulla possibilità di trovare il Borussia Mönchengladbach al quarto posto alla sosta invernale. Da quando in panchina è arrivato André Schubert però, al Borussia Park è cambiato completamente il vento: sette vittorie di fila, undici risultati utili consecutivi e una rimonta senza soste fino alla sconfitta del 12 dicembre contro il Bayer Leverkusen. Eccellente l’acquisto di Stindl dall’Hannover e ottima la stagione di Fabian Johnson, Raffael, Dahoud (classe 1996) e Wendt.
LE RINASCITE: Borussia Dortmund, Amburgo, Javier Hernández
Che fosse necessario cambiare dopo l’ultima deludente stagione di Klopp era chiaro, ma che l’impatto di Thomas Tuchel al Westfalenstadion fosse così forte no. Un inizio fantastico (cinque successi consecutivi) ha permesso ai gialloneri di prendere subito fiducia dopo un anno sotto tono e l’obiettivo di tornare in Champions League dalla porta principale sembra una formalità già a dicembre (nove punti di vantaggio sul Borussia Mönchengladbach quarto). Non ci sono invece dubbi su chi sia l’uomo simbolo di questo Dortmund: stiamo ovviamente parlando di Pierre-Emerick Aubameyang. L’attaccante del Gabon sta vivendo la sua miglior stagione della carriera ed è il capocannoniere della Bundesliga con diciotto gol segnati in diciassette giornate (sempre in rete nelle prime otto partite). Il Milan si starà mangiando le mani per averlo praticamente regalato dopo vari prestiti, anche perché ora il valore del cartellino di Aubameyang si aggira sui quaranta milioni di euro. I pochi difetti sono l’ancora non perfetta fase difensiva e qualche scricchiolio in trasferta, dove sono arrivate tutte e tre le sconfitte di questo girone d’andata. Tra le tante cose positive invece spicca sicuramente la fase offensiva, con ottantacinque gol fatti in trenta partite (considerando tutte le competizioni).
L’Amburgo chiude al decimo posto il girone d’andata dopo due anni infernali chiusisi con due salvezze ottenute per miracolo negli spareggi contro la terza classificata della Zweite Bundesliga. Bruno Labbadia è riuscito a riportare serenità in un ambiente col morale a terra e, tra i tanti buoni risultati utili ottenuti, è arrivata anche una prestigiosa vittoria per 3-1 sul Borussia Dortmund. Nelle ultime tre giornate sono arrivata due sconfitte e un pareggio e gli anseatici sono ora chiamati a un nuovo riscatto per iniziare nel migliore dei modi il girone di ritorno.
Chiudiamo questa sezione facendo uno strappo alla regola e parlando di un giocatore. Javier Hernández aveva segnato appena diciotto gol nelle ultime due stagioni tra Manchester United e Real Madrid e sembrava un attaccante in completa crisi a ventisette anni. Il Bayer Leverkusen però ha creduto in lui e il Chicharito ha ripagato i rossoneri rilanciandosi alla grandissima: diciannove reti in venticinque partite, undici in Bundesliga di cui dieci nelle ultime otto giornate (a secco solo contro lo Schalke o4). Il messicano è pronto a un 2016 da assoluto protagonista.
LE SORPRESE: Hertha Berlino, Colonia, Ingolstadt
Quando Pál Dárdai lasciò la guida della Nazionale ungherese il 5 febbraio 2015 per andare ad allenare l’Hertha Berlino, squadra con cui giocò ininterrottamente dal 1996 al 2011 (297 presenze), c’erano tanti dubbi su come l’ungherese avrebbe gestito un gruppo così discontinuo. Quasi un anno dopo tutte le incertezze sono state spazzate via e l’Hertha è terzo in classifica con trentadue punti e ben dieci partite vinte. La squadra della capitale gioca bene, è solida in difesa e non ha praticamente mai avuto cali di tensione, come dimostrato da un ultimo mese perfetto fatto di sole vittorie a parte il comprensibile ko dell’Allianz Arena. Tra i meriti di Dárdai c’è anche quello di aver rilanciato Ibišević e Kalou, che con quindici gol in due si sono messi alle spalle une periodo difficile. A Berlino ora si sogna l’Europa, quella più importante però.
Molto positiva anche la stagione del Colonia fin qui. I biancorossi hanno uno dei tifi più caldi di tutta la Germania e quest’anno stanno facendo divertire parecchio. Merito di un allenatore bravo come Peter Stöger e di un Anthony Modeste che a suon di gol pesanti non sta facendo minimamente rimpiangere Ujah. Da non sottovalutare il fatto che la squadra è stata capace di portare a casa punti importanti anche in incontri in cui non aveva brillato come gioco.
La terza sorpresa che abbiamo scelto è una l’Ingolstadt, ovvero la a neo-promossa che ha totalizzato più punti: 20. È vero, nell’ultimo mese sono arrivati un pareggio e tre sconfitte, ma è stato un calo fisiologico per una squadra che si affacciava per la prima volta nella sua storia alla massima serie. Impressionante la solidità difensiva avuta dai rossoneri, che hanno concesso appena diciotto reti agli avversari (come l’Hertha), di cui quattro nella sconfitta di Hannover. L’austriaco Hasenhuttl può essere estremamente soddisfatto dei suoi ragazzi, anche se sul mercato urgerà fare qualcosa per un attacco dimostratosi troppo sterile.
LE DELUSIONI: Wolfsburg, Werder Brema
Partiamo dai “lupi”, per cui bisogna però dire che abbia influito l’impegno in Champions League. Il girone chiuso al primo posto non può però giustificare completamente un rendimento in caduta libera in Bundesliga. Il Wolfsburg ha infatti chiuso il 2015 con due soli punti ottenuti nelle ultime quattro giornate, tra cui il rovinoso ko di Stoccarda dell’ultimo turno. Il “vero” Sciürrle non si è praticamente mai visto da quando è arrivato dal Chelsea e Dost, nonostante i sette gol realizzati, non ha più ò’effetto sorpresa dell’anno scorso. I punti di ritardo dal quarto posto sono però solo tre e sicuramente i ragazzi di Hacking possono rilanciarsi alla grande.
Se qualcuno pensava che con gli acquisti di Ujah e di Pizarro e uno Skripnik con più esperienza in panchina potessero permettere al Werder Brema di lottare per un posto in Europa League, si sbagliava. Dopo il buon girone di ritorno della scorsa stagione, questa prima parte di campionato è diventata un calvario con il passare delle settimane. I biancoverdi non vincono all’8 novembre e sono terzultimi con un solo punto in più dell’Hannover e due in più dell’Hoffenheim. Decisamente troppo poco per una squadra che senza i gol di Ujah (sette sui diciassette totali segnati) sarebbe con un piede e mezzo nella fossa.