FC Sion: il Re di coppe
Continua la nostra analisi delle squadre della Super League svizzera, in sosta fino a febbraio. Oggi, è il turno del Sion, detentore della Coppa di Svizzera.
Come tutti sanno, in Svizzera, lo sport di squadra più popolare non è il calcio, ma l’hockey su ghiaccio: le squadre rossocrociate sono molto quotate, partecipano alla Champions Hockey League (in questa edizione, l’HC Davos, storico rivale dell’HC Lugano, giocherà in semifinale contro gli svedesi del Frölunda, che hanno eliminato nientemeno che i detentori del Luleå, anche loro svedesi), e basta leggere i giornali elvetici per rendersi conto dell’interesse suscitato da questo sport.
Nel Canton Vallese, invece, storicamente non esistono squadre di hockey su ghiaccio di livello elevato. I vallesani, quindi, hanno riversato tutta la loro attenzione, oltre che allo sci (che è però sport individuale), al calcio. E il FC Sion, in Svizzera, è una delle squadre più seguite e, sicuramente, con la tifoseria più appassionata: lo scorso anno, per la vittoriosa finale di Coppa, si presentarono, a Basilea, quasi 20.000 tifosi biancorossi, giunti, nella città renana, con ogni mezzo. Numeri da capogiro, per una realtà come quella di Sion (30.000 abitanti circa) e del Vallese (che ne conta 327.000).
I biancorossi detengono, inoltre, un record singolare, che non ha eguali al mondo: hanno vinto tutte le finali di Coppa svizzera alle quali hanno preso parte (13). Il club è presieduto, da quasi vent’anni (1997), dall’istrionico Christian Constantin, classe 1957, vallesano, paragonabile al nostro Zamparini, per la sua propensione a sostituire gli allenatori. A onor del vero, la collaborazione con il francese Tholot (un ritorno: era già stato in Vallese nella stagione 2003/04 e 2009/10) sta andando avanti da ben un anno: e chissà che non possa portare ad altre affermazioni.
I biancorossi giocano preferibilmente con un 4-2-3-1 che ha nel senegalese Pape Moussa Konaté, classe 1993, la sua punta di diamante: forte fisicamente, e dotato di ottimi colpi, difetta di continuità, cosa che gli ha impedito, finora, di compiere il balzo per giocare in campionati più importanti. Lo affiancano, in genere, l’esperto portoghese Carlitos e il coetaneo ghanese Assifuah. Dietro, il maturo ex Grasshopper Salatić, il giovane Fernandes (classe 1996) e l’ivoriano Kouassi recuperano palloni e provano a proteggere, con alterne fortune, la difesa (a quattro) che schiera, normalmente, Moudou, Zverotić, Ziegler e Lacroix (o Rüfli), con Vanins tra i pali.
Non proprio una cattiva squadra, tanto è vero che, impegnata in un girone di Europa League che comprendeva Liverpool, Bordeaux e Rubin Kazan, è stata capace di arrivare seconda (9 punti totalizzati, frutto di 2 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta), qualificandosi per i sedicesimi di finale (dove incontrerà i portoghesi del Braga). Buono anche il percorso in Coppa svizzera, dove i vallesani sono giunti alla semifinale, che disputeranno, al Tourbillon (capienza 14.000 posti circa), contro lo Zurigo.
Un Sion re di Coppe, quindi. In campionato, invece, la musica suonata è stata molto diversa. I vallesani, che pure erano accreditati tra le squadre in grado di contrastare la leadership del Basilea, sono solamente al sesto posto, con 22 punti (tre più del Lugano di Zerman), frutto di 6 vittorie, 4 pareggi e la bellezza di 8 sconfitte). Addirittura – 4 la differenza reti (21 i gol segnati, 25 quelli subiti). Un ruolino, francamente, deludente, considerate le grandi potenzialità della squadra, peraltro mostrate in alcune occasioni (due pareggi senza subire reti contro il Liverpool in Europa League).
Cosa si aspettano, in Vallese, dalla primavera? Innanzitutto, la riconferma in Coppa svizzera (i biancorossi, soprattutto dopo avere eliminato il Basilea, appaiono favoriti), e un sedicesimo di finale combattuto in Europa League (a febbraio ci sarà Konaté, che sta recuperando dopo un infortunio alla mano). Il campionato è ormai perduto; tuttavia, sono in molti i tifosi che sperano in una risalita, anche se il secondo posto (che vale i preliminari di Champions League) appare lontano (11 lunghezze separano i ragazzi di Tholot dal Grasshopper).
Di sicuro, c’è che il Sion è una squadra che, nelle giornate di grazia, può fare paura a chiunque, in Svizzera e fuori. Ciò che manca, è la continuità. Constantin proverà, a gennaio, a realizzare un sogno: portare Ronaldinho in Vallese. La concorrenza è piuttosto serrata: tuttavia, il presidente del Sion può offrire, al Gaúcho, la vetrina europea: e chissà che il brasiliano non abbia voglia di mettersi alla prova in tal senso. Vedremo, cosa accadrà.
(3 – Continua. Le puntate precedenti sono state dedicate al Lugano e al Basilea)