Nella notte tra martedì e mercoledi è arrivata la notizia dell’interruzione della collaborazione tra Roger Federer e Stefan Edberg. Al posto dello svedese è entrato nello staff dell’elvetico Ivan Ljubičić, fresco di divorzio con Milos Raonic. Una scelta per certi versi inattesa e sorprendente, ma decisamente ponderata. Il croato dovrà lavorare per portare qualcosa in più al tennis dell’attuale n.3 del ranking ATP che alla vigilia dei trentacinque anni andrà a caccia del 18esimo titolo slam e magari dell’oro olimpico in Brasile questa estate.
Edberg dunque si separa da Roger a causa dei tanti impegni di stampo manageriale che non gli consentirebbero di seguire in maniera assidua il campione elvetico in giro per il mondo alla ripresa del tour ATP nel 2016. Va sicuramente rimarcato il fatto che la guida di Edberg è stata di grande aiuto per un ritorno ad alti livelli dello svizzero dopo un 2013 di delusioni e cocenti sconfitte. In molti all’epoca si interrogavano sulle reali possibilità di Federer di competere ancora contro i tennisti più forti (Djokovic in primis). Con lo svedese come timoniere, il campione elvetico ha rispolverato un gioco più votato all’attacco, come quello che ne aveva caratterizzato il suo tennis a inizio carriera, spingendo molto di più con il servizio e aggredendo a rete più frequentemente. Lo svizzero è tornato a divertirsi e a divertire, ma soprattuto è tornato a essere l’unico degno rivale di un inarrestabile e insaziabile Djokovic.
Ora alla vigilia dei 35 anni, dopo l’addio di Edberg, Roger cercherà insieme a Ivan Ljubičić l’antidoto (se esiste) contro il dominio straripante del tennista serbo. Il loro rapporto di collaborazione si baserà su una decennale amicizia che li lega già ai tempi in cui il gigante croato era ancora in campo. L’allenatore croato potrebbe dare un apporto fondamentale alla causa soprattutto nella preparazione tattica a sfide sfiancanti al meglio dei 5 set, avendo anche lui giocato fino alla soglia dei trentacinque anni.
Se sul piano tecnico, Ljubičić avrà poco da insegnare a un fenomeno assoluto come Roger, sicuramente in quanto a consigli tattici, preparazione fisica e motivazioni potrà certamente dire la sua e impreziosire la loro neonata collaborazione. L’obbiettivo è portare l’attuale n.3 del mondo oltre i suoi limiti fisici, verso quel 18esimo titolo dello Slam che potrebbe rappresentare la degna chiusura del cerchio di una carriera tra le più celebrate non solo del tennis, ma dello sport intero. Tra un mese alla ripresa del tour con vista sugli Australian Open avremo le prime risposte se davvero lo svizzero potrà essere la kryptonite contro superman-Djokovic.