Aprilia: dopo la Superbike si sogna la scalata alla MotoGP
A sedici anni dal suo esordio assoluto in Superbike, l’Aprilia decide nuovamente di salutare (la casa di Noale aveva già abbandonato nel 2002 salvo poi ritornare nel 2009) il campionato delle derivate di serie per concentrare tutte le proprie forze sul progetto MotoGP; in questa categoria il costruttore italiano ha conquistato ben sette titoli complessivi (tre mondiali piloti di cui uno in Superstock e quattro costruttori). La forte volontà di voler essere vincente anche nella categoria regina, ovvero la MotoGP, sarebbe il motivo principale che ha portato Aprilia a concentrarsi in questo progetto ambizioso. Ovviamente dietro questa scelta ci sarebbe anche un problema di natura economica: infatti in Superbike da qualche tempo non esisterebbe più un rapporto soddisfacente tra investimenti fatti per essere vincenti e ricavi.
Il progetto di Aprilia in MotoGP avrebbe dovuto vedere il ritorno in pista delle proprie moto nel corso del 2016, ma è stato ritenuto opportuno anticipare il rientro per recuperare confidenza con l’ambiente dopo diversi anni di assenza. Nonostante i risultati di quest’anno siano stati tutt’altro che convincenti, l’umore in casa in Aprilia rimane comunque alto e ben determinato a migliorare progressivamente i risultati di stagione in stagione; per il team italiano l’annata appena conclusa rappresenta una sorta di allenamento visto che le prestazioni piuttosto scarse offerte dalla moto erano preventivate dai tecnici. L’unico errore compiuto dal team in questo 2015 di apprendimento riguarderebbe la scelta dei piloti: inizialmente come compagno di Álvaro Bautista la decisione era caduta su Marco Melandri (grazie agli ottimi risultati ottenuti con Aprilia in Superbike nel 2014), ma il ravennate è stato sostituito a Luglio con Stefan Bradl (ufficialmente a partire dal GP di Indianapolis ad Agosto) a causa dei risultati pessimi (dovuti a scarsa voglia e motivazione), se paragonati a quelli del collega spagnolo.
Secondo il responsabile generale Romano Albesiano, la casa di Noale potrà compiere passi da giganti nel giro di tre anni: entrare nei migliori 10 a partire dalla stagione 2016 e perfino combattere per le primissime posizioni in competizione con Yamaha, Honda e Ducati nel 2017. Se all’interno dell’ambiente Aprilia regna l’ottimismo sul raggiungimento di questi scopi, fra gli addetti ai lavori non si ha troppa fiducia nella casa italiana, soprattutto per una sua competitività nel breve periodo. Molta incertezza, oltre che sulle potenzialità del mezzo, vi è anche nei confronti dei due piloti Bautista e Bradl che non sembrano essere pronti e soprattutto non all’altezza (in ottica futura) di poter lottare con i vari mostri sacri Rossi, Márquez, Lorenzo e Pedrosa.
Il nuovo regolamento imposto sull’elettronica e il ritorno delle gomme Michelin sono grossi cambiamenti in grado di mescolare le carte e addirittura penalizzare lo stile di guida di alcuni piloti; da questa situazione l’Aprilia avrebbe la possibilità di approfittarne (anche grazie a uomini d’esperienza come il Team Manager Fausto Gresini) e magari ottenere già a sorpresa qualche buon risultato nel 2016 in vista di un 2017 da possibile protagonista.