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Formula 1 – 21 GP non sono la cura per uno sport malato

Sarà un 2016 tiratissimo nel calendario, molto meno in pista, viste le premesse: 21 Gran Premi sono stati ufficializzati per la stagione che comincerà il 20 marzo a Melbourne e che, escluse le quattro settimane di agosto, non concederà soste maggiori a due settimane. Si correrà in media ogni 10 giorni, un bagno di godimento sulla carta, una probabile tortura nei fatti.

Il 2015 che si è chiuso da poco più di una settimana ha regalato emozioni rasenti lo zero che hanno grattato via la speranza di vedere una stagione diversa dalle 4 precedenti prima ancora che si entrasse nel vivo: il dominio Mercedes e prima ancora quello Red Bull, unito ad una sconcertante risposta tecnica da parte degli altri team (se escludessimo la Ferrari si potrebbe parlare di deserto tecnico) ha portato tanti appassionati a fuggire verso emozioni più palpabili di quelle riscontrabili in uno sbadiglio.

La Formula 1 dei nuovi V6, delle power unit, delle soste senza rifornimento, dell’assenza di test, delle gomme slick Pirelli, della Virtual Safety Car, e per restare in tema, dei nuovi Gran Premi si è gettata in punta di piedi in una spirale che ha risucchiato questo sport verso la noia cronica: aumentare il numero dei GP, aumenta il numero degli introiti, non quello dello spettacolo.

I problemi della Formula 1 hanno residenza altrove, in una terra dove da troppo tempo nessuno interviene per negligenza o pigrizia, difficile a dirsi, visto che l’interesse di uno sport più attraente è comune: Ecclestone invece pensa ad aggiungere Baku, a sconvolgere il calendario piazzando la Malesia a Ottobre e la Russia ad Aprile, senza scostare di un centimetro gli equilibri cristallizzati.

Basterebbe poi buttare giusto un occhio ai cugini della Moto GP dove per livellare le forze in campo e aumentare lo spettacolo sono stati riservati benefici tecnici alle scuderie più in difficoltà, per poi sottrarglieli nel corso della stagione: uno stratagemma che ha permesso alla Ducati di essere protagonista fino in Estate e alla Moto GP di gettarsi a capofitto in un oceano di ascolti per l’ultimo rush a Valencia.

La lungimiranza però è una dote che con il passare degli anni, spesso e volentieri, scema lentamente: Ecclestone fatica ormai da troppo tempo a trovare la quadratura del cerchio e questa ricerca spasmodica di trovare nuovi GP da inserire in calendario porterà ad avere un 2016 da strapazzo per i team, impossibilitati materialmente dal tempo, oltre che dalle assurde regole che vietano test, a migliorare la macchina, e, di conseguenza, una stagione da tortura per i tifosi, spettatori di un panorama sempre più ingrigito sotto una patina che esclude colpi di scena.