Sì, vuole essere una provocazione questo titolo. Nei confronti di chi si ostina a lasciare tale e quale il format della Coppa Italia, nonostante la sfida di San Siro tra Crotone e Milan (inversione voluta) di martedì sera abbia dimostrato ancora una volta l’importanza di cambiare le cose al più presto.
Non bisogna, perciò, essere un genio per constatare che la nostra Coppa Italia ha necessità di aumentare di un bel po’ il proprio prestigio. Sono anni oramai che la solfa si ripete: nelle piccole, si fa quel che si può; nelle big, in campo le riserve fino alle semifinali; solo qui, i fortunati che ci arrivano iniziano a fare sul serio, con titolari finalmente in campo e una finale che è considerabile l’unica partita vera dell’intera competizione.
Non bisogna, poi, essere un genio per capire che se la Coppa Italia non interessa, non porta introiti. Guardate all’estero (in Francia, in Spagna, in Inghilterra, ma anche in Belgio): capita spesso di notare sponsor diversi sulle divise da gioco, tra campionato e coppa nazionale. Il perché è ovvio: entrambe le competizioni hanno valore, e si vendono bene. In entrambe le competizioni, si schierano i giocatori migliori, quelli che portano gol, spettacolo, entusiasmo, soldi. Quelli che rendono vera la lotta per la conquista del trofeo.
Non bisogna, infine, essere un genio per rendersi conto che in casa devono giocare le squadre più deboli. Per dei motivi addirittura banali. Primo: si eviterebbero impianti da 60mila posti riempiti con poche centinaia di persone; secondo: dato per scontato che la tifoseria della squadra più debole, giocando in casa, affollerebbe lo stadio per assistere a un match di cartello, la carica, l’apporto che il pubblico darebbe alla squadra tecnicamente inferiore, consentirebbe di rendere, perché no, più equilibrata la partita stessa. Con risultati meno tennistici fin dai primi turni eliminatori.
Martedì sera, lo spettacolo regalato dai tifosi del Crotone è stato eccezionale. Davvero, sembrava di essere in Calabria: curva ospite colma, tifoseria di casa praticamente assente. È questo lo spettacolo che piace? No, decisamente. Cambieranno le cose in futuro? Chi lo sa. Di certo, non bisogna essere un genio per capire che prima si riuscirà a farlo, prima questa Coppa Italia tornerà a essere qualcosa di più che un’alternativa fastidiosa all’amichevole di metà settimana.