Il Chelsea ricostruisce Stamford Bridge, ai tifosi viene chiesta pazienza
Il Chelsea quest’anno non è partito affatto bene, Mourinho traballa sulla panchina dei blues, ma per il momento Roman Abramovich sembra avere altri problemi da sbrigare. In giornata è stato infatti presentato alla municipalità di Hammersmith e Fulham il progetto di ricostruzione dello storico Stamford Bridge, teatro delle partite casalinghe del Chelsea dal 1905. Il progetto è più che concreto, ma molti tifosi si dicono contrari.
Accantoniamo il romanticismo, il Bridge ha seri problemi logistici: il primo consiste nella difficoltà per la zona stadio dell’afflusso e deflusso dei tifosi, Stamford Bridge si trova infatti lambito per due lati su quattro da linee ferroviarie, questo rende chiaramente difficile il raggiungimento dello stadio, che avviene per lo più dalla zona di Fulham, dove c’è anche un altro stadio, il Craven Cottage; il secondo riguarda invece la capienza, il Chelsea è una delle squadre più seguite al mondo, anche grazie alla politica di esportazione del marchio attuata da Roman Abramovich, e per questo è sconveniente che il suo stadio abbia una capienza di 41.600 posti, quando quasi ogni domenica si raggiunge il tutto esaurito.
Nulla da obiettare se solo non fosse che Stamford Bridge sia sinonimo di “Chelsea” per molti fedeli sostenitori; il Telegraph ha cercato di motivare questa scelta parlando di un legame al sito in cui si trova il Bridge, e non alla struttura in quanto tale. Rimane il fatto che questo è un pezzo di storia del calcio che se ne va, così come è destinato ad andarsene il White Hart Lane, stadio del Tottenham Hotspur, al centro di un progetto simile ormai da diversi anni, ma che pare proseguire parcamente.
Al nuovo colosso di 60.000 posti a sedere nemmeno l’onere di portare il vecchio nome, probabilmente si opterà per quello di uno sponsor, come nel caso dell’Etihad Stadium per esempio. Per quanto riguarda il costo della totale ricostruzione si parla di una cifra attorno ai 500 milioni di sterline, che se compariamo ai 155 milioni di euro spesi per lo Juventus Stadium ci sembrano una follia.
La fine dei lavori è posta per la stagione 2020/2021, nel frattempo il Chelsea cerca casa; sarebbe infatti impossibile per i londinesi una convivenza con i lavori (come era successo all’Udinese con il Friuli), dato che lo stesso terreno di gioco sarà area di cantiere. Fra le ipotesi vagliate la più fattibile sembra essere quella del Twickenham Stadium, uno degli stadi più grandi del mondo e sede delle partite casalinghe della Nazionale Inglese di rugby.
Così, mentre in Italia le prime società iniziano ad acquistare i propri impianti sportivi, in Inghilterra modernizzano e ricostruiscono quelli poco capienti per le esigenze di una tifoseria internazionale, ma ricchi e intrisi di storia. D’altra parte si tratta di un investimento economico importante, a cui è impossibile rinunciare per una squadra come il Chelsea, e guai a chi dice che in Italia non ci arriveremo mai ad abbandonare i nostri templi calcistici: Milan e Inter si sono già adoperate, ma non ci sono i soldi, quelli certo non mancano a Roman Abramovich per tirare giù Stamford Bridge, a conferma che gli interessi, in certi casi, superano le storie e i sentimenti di chi ha a cuore uno stadio come fosse una seconda casa e non vorrebbe mai abbandonarlo.