Hellas Verona, Delneri: “Il Verona non è guarito, è convalescente. Non sono un mago, serve applicazione.”

L’allenatore dell’Hellas Verona Luigi Delneri, dopo la vittoria per 1-0 contro il Pavia, si è presentato in sala stampa per la consueta conferenza post-partita. Queste le sue principali dichiarazioni:

Abbiamo faticato molto questa sera, devo dire, però abbiamo avuto grande applicazione. La linea difensiva ha lavorato discretamente bene, per quello che può essere un allenamento fatto su queste basi; dobbiamo lavorare ancora molto perché ci sono distanze da tenere, i centrocampisti devono stare più alti, dobbiamo recuperare grandi giocatori. Non possiamo giudicare da stasera, aldilà della grande applicazione. Credo che abbiamo meritato complessivamente di vincere la partita, con la palla gol di Toni che è stata di grande livello, come anche il gol. Abbiamo tenuto molto bene, ora dobbiamo solo recuperare i giocatori: abbiamo 10-12 giocatori fuori, non li ho utilizzati perché abbiamo bisogno di loro domenica. La prestazione, tutto sommato è positiva, perché lavorare sulle vittorie fa sempre bene. Abbiamo bisogno di fiducia, credibilità e applicazione.

Domenica è una partita molto importante ma non decisiva, l’importante è stare attaccati al treno-salvezza, non uscire. Se vinci due o tre partite cambia tutto. L’intelaiatura della squadra è quella dell’anno scorso: l’Hellas viene da due anni buoni, il primo ottimo addirittura. I valori quindi ci sono, non sono spariti. Si tratta solo di lavorare a livello psicologico per ridare convinzione a questi giocatori.

Il 4-4-1-1? Ho inserito Half che non è un tornante, non può fare quel ruolo: lui deve accentrarsi e andare alla conclusione, visto che ha un gran bel tiro. Abbiamo Souprayen che può ricoprire quel ruolo. Oggi Ionita mi è piaciuto molto, poi quando recupereremo Pazzini, vedremo che succederà.

Il Pavia è stato costruito per vincere, se pensiamo che ha pareggiato con l’Alessandria e l’Alessandria oggi ha sconfitto il Palermo abbiamo detto tutto. Si tratta di una squadra fatta per vincere il suo girone; non è facile vincere contro una squadra di Serie C di qualità, io ho allenato in quella categoria e quindi la conosco bene.

Il Verona non è guarito, è convalescente. Non si guarisce in pochi giorni, non sono un mago. Penso che con l’applicazione e la concentrazione miglioreremo molto in fretta.

I giovani che hanno giocato oggi? Sono ragazzi che hanno caratteristiche giuste, abbiamo un ottimo supporto dalla primavera, bisogna guardare al futuro. Oggi, però, dobbiamo puntare sui giocatori d’esperienza, con quelli dovremo salvarci. Comunque hanno fatto tutti un’ottima gara, questi ragazzi sono supportati da uno spogliatoio interessante. 

Toni? Ha fatto due partite in tre giorni, era tanto tempo che non giocava: ora gli diamo un meritato riposo, lui è capace di gestirsi da solo. Oggi è uscito stanco ma l’importante è che non si sia fatto male.

Winck? Non lo avevate mai visto? Neanche io, l’ho visto stamattina (ride ndr). Si tratta di un ragazzo con buone caratteristiche di palleggio, deve migliorare dal punto di vista fisico. Oggi ha dimostrato di poter fare il tornante con qualità interessanti.

Gollini o Coppola in campionato? I ragazzi spesso fanno delle ingenuità, anche Donnarumma ha preso gol sul suo palo ma nessuno nega che sia forte. Oggi ha fatto qualche uscita di testa al limite, è stato molto attento, anche perché il Pavia giocava molto sulle palle respinte dal portiere. Coppola io l’ho già allenato e so che posso fidarmi di lui. Sarà una scelta tra l’essere coraggioso e schierare il ragazzo, o il voler stare sereno e schierare Coppola. Va detto, però, che Coppola non gioca da molto tempo.

Ionita? Grande giocatore. Oggi ho visto cose molto importanti da lui, ha fatto di tutto e di più. Per me è un elemento molto interessante, sono rimasto sorpreso. Oggi volevo schierarlo da seconda punta vicino a Toni a partita in corso, però poi tra gente a terra, gente con i crampi e con i contro crampi ho dovuto fare altre scelte.

La difesa deve disimpegnarsi da sola: se portiamo il centrocampo sulla linea difensiva, non riusciamo più a uscire. I nostri centrocampisti tendono a scendere sulla linea difensiva ma questo non aiuta i nostri difensori e ci schiaccia all’indietro. Un quinto o un sesto sulla linea difensiva crea problemi, perché non lavora con il reparto, lavora da solo. Dà una sensazione di sicurezza maggiore ma non è così. 

Il Bentegodi? Per me è la prima volta dopo la prima volta. Avevo esordito in Coppa Italia contro il Monza. Il Bentegodi è molto largo, con la pista, ma è molto caldo: per noi può assolutamente essere un’arma in più.