Abu Dhabi il remake di un film già visto
Ad Abu Dhabi si è consumato l’ultimo atto di un Mondiale di Formula 1 che certamente non verrà ricordato come il più spettacolare della storia. Troppo netto il divario tra le Mercedes e le altre scuderie fin dalla prima gara: la netta sensazione è che solo una frizione tra i due protagonisti Hamilton e Rosberg potesse cambiare il copione di una storia altrimenti già scritta. Ma così non è stato, perché il tedesco si è svegliato tardi, solo una volta che il Mondiale era stato assegnato al pilota inglese: nelle ultime tre gare Rosberg ha portato a casa la vittoria, ma quando ormai i giochi erano fatti, con un Hamilton forse appagato dal risultato raggiunto.
E così, in un’annata dove il quarto in classifica ha ben 231 punti in meno del campione, ci si accontenta dei progressi della Ferrari di Vettel, l’unica in grado di fare da guastafeste al duopolio Mercedes. Una Rossa che, di gara in gara, ha incrementato la sua confidenza in pista e ha saputo migliorarsi notevolmente, complice la grande dedizione di team e piloti, e che ha trovato il Vettel un punto di riferimento importante. Si ripartirà da qui, dal terzo e quarto posto ottenuti dal tedesco e da Räikkönen, da un divario che si è assottigliato ma che ancora rimane.
Il film visto ad Abu Dhabi è stato una sorta di remake della stagione appena conclusa: ancora una volta le Mercedes hanno corso su un tappeto rosso, privo di ostacoli, e hanno portato a casa il sedicesimo sigillo su 19 GP totali. Con la Ferrari a fare da antagonista. Così come è sembrato una sorta di pellicola vista e rivista la prova incolore di Fernando Alonso: il 17esimo posto conquistato negli Emirati Arabi certifica ancora una volta l’inconsistenza di una vettura che non ha permesso al campione asturiano di lottare mai, nemmeno per le posizioni di rincalzo.
Dal prossimo anno, anche se gli interpreti saranno inevitabilmente diversi, la trama dovrà essere più avvolgente e affascinante: il nuovo film della Formula 1 passa anche dallo spettacolo in pista.