Il Mondiale, che ha ormai emesso tutti i suoi verdetti, con Lewis Hamilton campione iridato e la Mercedes regina dei costruttori, si concluderà ufficialmente fra pochi giorni ad Abu Dhabi. Proprio un anno fa, in occasione del Gran Premio degli Emirati Arabi, si dipanò una polemica fra le scuderie e Bernie Ecclestone, relativa alla scelta del Patron della Formula 1 di raddoppiare il punteggio delle monoposto giunte al traguardo in zona punti.
Originariamente Ecclestone avrebbe voluto estendere questa modifica alle ultime tre gare della stagione, nel tentativo di vivacizzare e rendere più combattuto il finale del campionato. L’opposizione dei team costrinse però la FIA a limitare la norma all’ultimo Gran Premio. Una decisione che il capo supremo del Circus, poco propenso a essere contraddetto, criticò duramente, arrivando a qualificare i team come “Stupidi e incapaci di pensare a lungo termine”.
L’esperimento attuato l’anno scorso non si è però rivelato convincente e domenica i punteggi, utili a completare la classifica dei piloti e dei costruttori, verranno conteggiati con il metodo consueto. Appare quasi poetico il fatto che il tramonto accompagni proprio l’ultima gara della stagione. A Yas Marina infatti i semafori si accendono alle 17, poco prima del crepuscolo e la bandiera a scacchi sventola fra le luci artificiali che illuminano la notte ormai prossima.
Questa strana collocazione oraria, scelta per avvicinarsi alle esigenze del pubblico europeo garantendo così un maggiore ascolto televisivo, caratterizza il Gran Premio fin dalla sua prima edizione, risalente al 2009. Il pilota che inaugurò l’albo d’oro fu Sebastian Vettel, all’epoca a bordo della Red Bull, seguito dal compagno di squadra Mark Webber. Al terzo posto si classificò il sorprendente campione del Mondo di quella stagione: Jenson Button, sull’altrettanto sorprendente Brawn GP-Mercedes. Al vertice della scuderia, figlia della Honda Racing F1 Team venduta l’anno prima dai giapponesi, spiccava il nome di una “Vecchia” conoscenza dei tifosi ferraristi: Ross Brawn, lo stratega di tanti successi della Rossa firmati da Michael Schumacher con la supervisione di Jean Totdt.
Il tedesco della Red Bull, vincitore all’epoca nell’ultima gara in cui si attuarono i pit stop per il rifornimento della benzina, si sarebbe ripetuto l’anno dopo, strappando il titolo a Fernando Alonso, su Ferrari, al termine di una gara ricca di colpi di scena. Vettel ha mostrato in passato di amare molto questa pista, come dimostrano i tre successi ottenuti che lo rendono il pilota più vincente su questo circuito. Hamilton, a quota due, potrebbe raggiungerlo domenica e sarà forse questo il maggior motivo d’interesse. Il ferrarista infatti tenterà di consolidare il suo record, nella speranza che una vittoria ad Abu Dhabi rappresenti, come anni fa, un buon viatico per la prossima stagione.