Occhio a quelli là

Cinquantotto virgola sessanta milioni di euro. Questo, secondo Transfermarkt, il valore del Kaa Gent, squadra belga che in questo turno di Champions League ha battuto 2-1 il Lione al Gerland, conquistando una clamorosa seconda posizione in un raggruppamento assolutamente non semplice, che include anche Zenit e Valencia. Già, neanche sessanta milioni di euro è il valore complessivo della rosa dei Buffalo Bills, club che va decisamente controcorrente in questa Europa calcistica abituata oramai a spendere e spandere.

Non parleremo, dunque, né di Roma (sorvoliamo, suvvia) né di Juventus (brava, ora l’atto finale) in questo editoriale, ma elogeremo ancora una volta le gesta di una società che nel giro di pochi anni ha scalato la classifica nel proprio paese, e sta arrivando a imporsi anche in giro per il Vecchio Continente. Il segreto, sempre quello: investire seriamente nel settore giovanile, e l’aver costruito uno stadio di proprietà. Che è un gioiello: la Ghelamco Arena, impianto da 20.000 posti, all’avanguardia, illuminato a festa ogniqualvolta il Gent scende sul terreno di gioco. Ah, anche tamarro come pochi in giro per il mondo (date un’occhiata qua).

Si diceva dei giovani: Raman, Sels, Foket, Simon, tutti ragazzi poco più che ventenni, presi giovanissimi e fatti crescere con calma, sotto la guida tecnica di uno stratega vero quale è Hein Vanhaezebrouck, allenatore carismatico dall’aspetto simpatico, tecnico capace, meticoloso, abituato a curare ogni dettaglio, a non lasciare nulla, veramente nulla al caso. Mister Vanhaezebrouck, uno che insegna calcio, uno che pretende serietà, efficacia, soprattutto disciplina. Per far capire il suo stile, basti pensare cosa disse in conferenza stampa nei confronti di Raman, dopo il match che i suoi ragazzi pareggiarono in casa del Westerlo 1-1, alla prima giornata: “Tutta la squadra sa come la penso. Se sei davanti al portiere, con un compagno accanto, ti consento solo due cose: o passarla, o fare gol”. Raman, nell’occasione, non la passò, e non fece neanche gol. La settimana dopo finì in tribuna.

Vanhaezebrouck, dunque, è uno che pretende il massimo, e sa di fare bene. Perché il Gent è una squadra giovane, con risorse tecnice limitate rispetto alle superpotenze europee, e soltanto dando tutto, sul terreno di gioco, può arrivare a essere competitivo anche fuori dai confini nazionali. L’anno scorso, la storica vittoria del titolo di Belgio (mai era capitato prima), quest’anno la prima partecipazione alla Champions, con un successo contro il Valencia, e un’altra vittoria in casa del Lione. Per passare il turno, il Gent dovrà vincere contro lo Zenit (già qualificato), in casa, all’ultima giornata. Non un’impresa impossibile, per una squadra cresciuta in maniera incredibile nel giro di soli due anni, e intenzionata, fidatevi, a non fermarsi qui.

A Gent, dunque, si fa calcio e ci si diverte. Soldi spesi bene, mercato fatto con la testa (giusto qualche rinforzo, neanche troppo clamoroso) e il mondo, pian piano, si sta accorgendo di loro: i Buffalos. Che con grinta ed eleganza, stanno dimostrando che non sono sempre i soldi a fare la differenza.

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Alex Milone