Un preoccupante déjà-vu
Una squadra ingiocabile. Il Barcellona al momento è una macchina da guerra talmente perfetta che nessuno, probabilmente, sarebbe anche solo in grado di mettergli i bastoni tra le ruote: questo non significa che la Roma, all’ennesima batosta nella storia della Champions League giallorossa, non potesse fare molto meglio di ciò che ha compiuto al Camp Nou, cioè nulla o quasi. A partire dall’errore clamoroso di Dzeko sullo 0-0, un colpo inaspettato che avrebbe potuto cambiare quanto meno l’inerzia della partita, costringendo i padroni di casa a rincorrere.
Sarebbe probabilmente andata a finire allo stesso modo, magari con un passivo meno pesante per la formazione di Rudi Garcia, ma l’importante è che il destino del passaggio del turno sia comunque nelle mani di De Rossi e compagni. E in casa, contro il Bate Borisov, i margini d’errore sono pari a zero: vincere è l’obiettivo per non dover restare tutto il tempo con l’orecchio puntato sulla radiolina in direzione Leverkusen.
Ciò che preoccupa maggiormente, nonostante Messi, Neymar e Suarez non sia esattamente il tridente più facile da fermare, è l’atteggiamento difensivo unito ai tanti errori individuali commessi dai giallorossi. Vedere Digne marcare concedendo l’interno sui tagli è inaccettabile a questo livello, soprattutto perché il francese – almeno in campionato – aveva dimostrato di essere molto più che un semplice esterno con qualità unicamente offensive.
Le colpe sono quindi da ricercare a livello mentale e nell’atteggiamento, perché se è vero che dal punto di vista meramente tecnico la partita non è nemmeno mai cominciata, almeno l’agonismo poteva e doveva decisamente pendere dal lato italiano della contesa. Invece nulla, difesa pressoché statica nella maggior parte delle situazioni, centrocampo troppo schiacciato verso Manolas e Rudiger, con i terzini spesso fuori posizione sia per accorciare sugli esterni che per fare la diagonale sui tanti tagli di Neymar e compagni. Se a tutto questo aggiungiamo che gli esterni d’attacco non hanno praticamente mai provato a offendere, concedendo a Dani Alves e a Jordi Alba la possibilità di salire a piacimento senza preoccuparsi delle conseguenze difensive, ne può venir fuori soltanto una Caporetto.
L’emblema della partita, però, è il gol al volo di Suarez: nessuno è riuscito a chiudere in tempo, o anche solo a disturbare, la conclusione al volo del numero nove: vincere sarebbe stata un’impresa anche dimostrando di avere un’intensità tripla rispetto agli avversari, a maggior ragione come poteva pensare la Roma di strappare un pareggio camminando, contro questo Barcellona, per di più fuori casa e con tutto l’ambiente galvanizzato dalla battaglia del Bernabeu, nell’incontro decisivo per il passaggio del turno?
Il problema adesso è più serio di quanto si possa pensare, perché già l’anno scorso la batosta contro il Bayern Monaco ebbe non poche ripercussioni sul morale e sui risultati giallorossi. Ricordate la pareggite della Roma? Avvenne dopo quell’incidente di percorso, un qualcosa che può accadere – ma non con questa frequenza – quando ti confronti con le squadre più forti del mondo. I giallorossi sapranno reagire diversamente quest’anno?
Nel frattempo gli amanti del calcio possono consolarsi con il ritorno in campo di Lionel Messi: ovviamente la firma è arrivata praticamente subito, con un gol da antologia e una conclusione degna del fuoriclasse assoluto qual è l’argentino.