Home » Jamie Vardy, dalla fabbrica al record

Con il gol che ha sbloccato il risultato a Newcastle, portando in vantaggio il Leicester di Ranieri, Jamie Vardy ha raggiunto il record stabilito in Premier da Van Nistelrooy nel 2003, segnando per la decima giornata di fila.

Per Jamie Vardy 28 anni, una rete storica, la sua tredicesima in Premier in altrettante partite quest’anno e un record in condivisione con il bomber olandese, che ora proverà a rendere esclusivo segnando ancora nel big match sel prossimo week end, contro il Manchester United.

Gol e prestazioni che hanno portato il suo Leicester ad essere solo in vetta al campionato, proprio davanti allo United ed hanno permesso al centravanti di indossare la maglia della nazionale, grazie a Mister Hodgson che il 7 giugno lo ha fatto esordire sostituendo un certo Wayne Rooney, avversario che sabato lo guarderà con un occhio di riguardo. Ma qual è la storia di questo bomber arrivato così tardi alla sua consacrazione?

Solo tre anni fa, nel 2012, Jamie giocava in “Conference”, la quinta lega d’Inghilterra, più o meno corrispondente all’Eccellenza in Italia. Cinque anni fa il ragazzo di Sheffield militava addirittura nell’ottavo livello del calcio inglese, la cosiddetta “non-League” – così vengono ribattezzati i campionati inglesi al di sotto dei professionisti.

A 20 anni per lui il calcio non era una professione e la carriera sportiva solo una chimera. Il ragazzo lavorava in una fabbrica che produceva sostegni ortopedici, reputato troppo basso e tagliato dalle giovanili dello Sheffield Wednesday di cui era tifoso. Come tanti giovani le sue giornate passavano di giorno in fabbrica per guadagnarsi da vivere e la sera ad allenarsi con lo Stocksbridge. Ma la passione, la voglia di arrivare mescolate al talento e ai sacrifici sono una miscela incontrollabile. Tre anni nello Stocksbridge con 66 gol in 107 partite, poi altre stagioni al Halifax Town e Fleetwood Town sempre a suon di gol. Lo nota così il Leicester che militava allora in Championship tre categorie più in alto, le ” Volpi” fiutano l’affare e lo ingaggiano.

Nel 2013-14, Vardy non tradisce l’investimento e con 16 segnature porta la squadra in Premier League. Nel massimo campionato inglese il primo anno è dura veramente e forse la categoria sembra troppo per il ragazzo che tuttavia nel finale di stagione emerge con 5 reti e 10 assist, squadra salva e novità all’orizzonte per la punta. E’ l’inizio di qualcosa di importante, a giugno il ragazzo viene convocato in nazionale per l’amichevole con l’Irlanda,  poi la svolta definitiva per la carriera del bomber operaio, durante l’estate 2015 con l’arrivo di Claudio Ranieri sulla panchina del club. Il resto è storia recente.

Jamie corre verso la sua consacrazione, verso i suoi sogni, nel vero senso della parola. Sembra infatti che il centravanti sia il calciatore più veloce della Premier, capace di raggiungere picchi di 35 km orari.

Una fiaba moderna, una storia di calcio che i tempi moderni hanno quasi cancellato. Oggi per molti ragazzi è più facile mollare che scegliere la strada dei sacrifici e dell’abnegazione per realizzare i propri sogni. La carriera e le gesta di Vardy sono importanti, perchè regalano la speranza a tanti giovani calciatori, la cui frustrazione e insofdisfazione per questo circo mediatico imbottito di business  e scippato della passione sono letali. Ranieri lo ha definito il “Torricelli d’Inghilterra” per l’analogia con la carriera dell’ex Juventus. Questa la storia di Jamie, dai dilettanti al primo posto della Premier League, sempre con la voglia di vincere, migliorarsi e non mollare mai in attesa che qualche top club si faccia avanti per sognare ancora di più.