Da Seb, per Schumi, con amore

Ha vinto ancora, ha vinto un altro trofeo dopo aver trionfato 4 volte in Formula 1, categoria nella quale detiene il record di pole position in una sola stagione, 15, e d’età alla prima vittoria, 21 anni e 73 giorni. Ha trionfato anche in una delle poche competizioni in cui non era ancora riuscito: la Race of Champions, la gara dei campioni. 20 piloti, tra i migliori al mondo, di diverse discipline e un solo vincitore: Sebastian Vettel.
A pochi giorni dall’ultima bandiera a scacchi di una stagione che lo proietta ad essere di nuovo protagonista per il titolo mondiale nel 2016, dopo aver riscaldato nuovamente i cuori rossi dei tifosi sparsi sul globo, Vettel si è tolto anche questo sfizio personale per poi dedicarlo a chi, su quella monoposto, ha stravinto 5 volte e lo ha designato come suo erede. Il pensiero a Schumacher è saltato fuori come l’arcobaleno dopo la tempesta: “sono onorato di aver vinto per Michael”; insieme hanno messo in tasca la competizione ben sei volte consecutive dal 2007, da due anni a questa parte invece corrono gare molto diverse fra loro.
Le condizioni di Schumacher restano gravi, ma stabili; le notizie che filtrano dalla famiglia sono da tarare al 90% a causa delle numerose speculazioni a caccia di follower e like, mentre le notizie ufficiali parlano di un uomo che continua a lottare senza trovare vie d’uscita, per ora, a quasi due anni dal tragico incidente sugli sci.
Pleonastico pensare a Vettel come fil rouge di un qualcosa di insostituibile, successore di una leggenda che ha cambiato la storia di Formula 1 imponendo nuovi parametri di giudizio e con il quale Seb vorrebbe festeggiare i prossimi trionfi in rosso. L’anno che è alle porte porta tempeste di ottimismo, difficili da controllare e immagazzinare, ma piene di elettricità in grado di far tornare la Ferrari dove gli compete, dove è giusto che stia, dove Schumi l’ha trascinata per cinque anni. Sarebbe meraviglioso ricambiargli il favore, trainandolo su una tracciato grigio, nuovamente.