Pregi e difetti di un sistema a retrocessioni bloccate: chi sta nelle serie minori può solo stare a guardare, ma l’equilibrio regna sovrano. Di stagione in stagione, tutto può cambiare: se programmi male crolli, se lavori bene prima o poi raccogli, quasi sempre. Ecco che allora anche le annate di transizione, quelle cosiddette di fine ciclo (vero Milan?), possono servire a qualcosa: dopo tante vittorie delle volte è meglio azzerare e ripartire dal basso, ragionando in prospettiva futura.
La A-League è una vera montagna russa. Due stagioni fa Brisbane e Western Sydney si giocavano la Grand-Final davanti agli oltre 50 mila del Suncorp Stadiu, i Roar si laureavano campioni d’Australia, i Wanderers di lì a poco addirittura d’Asia: poi dopo i trionfi le macerie, la crisi, la stanchezza fisica e mentale, un gruppo svuotato (soprattutto a Parramatta).
Via tanti senatori ma dentro sostanza, voglia di esserci e di vincere: decisivo ancora Piovaccari nel 2-1 interno ai Wellington Phoenix, mentre i cugini del Sydney FC raccoglievano 1 solo punto dalla doppia sfida a Victory e Perth.
Campionato ancora lungo e tutto da vivere ma valori che cambiano, stagione dopo stagione. Vietato distrarsi: dalla Champions Asiatica alla bassa classifica sino alla rinascita. Storia recente del calcio australiano.
Hyundai A-League – 6/a giornata
Wellington Phoenix-Adelaide United 4-2
Melbourne City-Western Sydney Wanderers 0-3
Newcastle Jets-Central Coast Mariners 1-1
Sydney FC-Melbourne Victory 2-4
Brisbane Roar-Perth Glory 1-0
7/a giornata – 19/22 novembre
Melbourne Victory-Central Coast Mariners 2-1
Brisbane Roar-Melbourne City 1-1
Western Sydney Wanderers-Wellington Phoenix 2-1
Perth Glory-Sydney FC 0-0
Adelaide United-Newcastle Jets 0-0
CLASSIFICA: Brisbane 14, Melbourne Victory, Western Sydney 13, Sydney FC 12, Newcastle 11, Wellington 10, Melbourne City 8, Central Coast 5, Perth 4, Adelaide 3