La sua storia ha sempre avuto un sapore particolare, con dei connotati romantici e avventurosi che non la fa mai passare di moda. Il percorso di Miodrag Belodedici merita una rivisitazione.
Al confine
Miodrag Belodedici nasce a Socol, al confine tra la Romania e la Jugoslavia, il 20 maggio 1964. Nato da padre serbo e madre rumena, vive e frequenta la scuola nella patria materna. Nei primi anni di vita parla esclusivamente in serbo ed impara la lingua del Paese che lo ospita di fatto quando è già adolescente. Inizia a giocare a calcio quattordicenne nel Minerul Moldova Noua, mettendosi in luce per le sue doti tecniche e l’innata eleganza nel gioco. Gioca nel ruolo di libero, e porta una squadra nel cuore: la Stella Rossa di Belgrado, di cui è accanito sostenitore.
Crescita
Come accadde per tanti ragazzi nei primi anni Ottanta, anche Miodrag Belodedici venne inserito nel Luceafarul Bucarest: una squadra-accademia creata appositamente per raggruppare i migliori giovani del calcio rumeno. Quando il nostro ha 18 anni, viene ingaggiato dalla Steaua ed entra nel professionismo. Debutta in Divizia A il 5 marzo 1983 contro la Politehnica Iasi, prima presenza delle 17 in quella stagione d’esordio. Belodedici conquista sempre maggiore spazio fino ad imporsi come baluardo difensivo fondamentale per la squadra. Tanto che il 31 luglio 1984 veste per la prima volta la casacca della Nazionale maggiore contro la Cina.
Consacrazione
Conquista il primo campionato nazionale nel 1985, disputando la seguente edizione della Coppa dei Campioni. Un’edizione particolare, all’indomani della strage dell’Heysel che aveva estromesso le squadre inglesi dalla competizione e gettato una pesante ombra su tutto il movimento. In quell’annata la Steaua riuscì ad inserirsi a sorpresa per la vittoria finale, battendo nella celebre notte di Siviglia il Barcellona ai rigori. Il club rumeno, con quell’impresa, fece la storia del calcio europeo e Belodedici era lì, in campo da protagonista. Vinse anche la Supercoppa Europea. Completò una formidabile cinquina di vittorie consecutive in Divizia A, in rosa anche nella stagione 1988-89 dove disputò 17 partite. Poi…
La fuga
Nel 1988, Miodrag materializzò la volontà di lasciare la Romania che, ricordiamolo, era oppressa dalla dittatura di Ceausescu. Tutti i cittadini erano sotto stretto controllo e gli atleti (specialmente internazionali come Belodedici) non erano certo esentati. Il passaporto veniva consegnato in aeroporto e subito ritirato al ritorno in patria. Chiese il passaporto ufficialmente per accompagnare in Serbia la madre a visitare i parenti. Superato in auto il confine, decise di rimanere in Jugoslavia. Si recò dal Presidente della Stella Rossa Belgrado, la sua squadra del cuore. E, senza mezzi termini, gli chiese di essere accolto in squadra: quando il dirigente, inizialmente distaccato, si rese conto di avere davvero di fronte Belodedici non ci pensò due volte e lo ingaggiò.
Conseguenze
Se la storia fosse finita in questo modo, senza conseguenze, sarebbe stato troppo bello: non dimentichiamo che il calciatore scappò da “quella” Romania in “quel” periodo storico. Belodedici venne condannato in absentia a 10 anni di reclusione per tradimento (dato anche il suo status militare) e la FIFA lo fermò per un anno, visto che era stato fatto sparire “misteriosamente” il contratto che il giocatore aveva firmato con la Stella Rossa. Per questa serie di motivi, il difensore dovette rinunciare alla maglia della Nazionale per quasi 4 anni e saltare il Mondiale di Italia ’90. Tuttavia, la sua condanna decadde con la fine della dittatura avvenuta nel 1989.
Gloria in biancorosso
Nel 1991 divenne il primo giocatore capace di giocare e vincere due finali di Coppa dei Campioni con due squadre diverse: l’italiano Malatrasi e l’inglese Rimmer avevano vinto prima di lui il trofeo con club differenti, ma scendendo in campo solo in una delle due finali. Un exploit prestigioso, inserito all’interno del ciclo d’oro di quella Stella Rossa che poi vinse anche la Coppa Intercontinentale.
Spagna, Messico e ritorno alle origini
Chiuso l’incredibile momento di gloria con il suo club preferito, Belodedici si trasferì in Spagna per un quadriennio. Per lui due stagioni al Valencia, una al Valladolid ed una al Villarreal, seguite da un’esperienza in Messico con l’Atlante. Nell’estate 1998 il ritorno alla prima maglia, quella della Steaua: per Miodrag si trattava del rientro in patria esattamente 10 anni dopo la fuga. Giusto in tempo per conquistare l’ultimo campionato rumeno e ritirarsi nel 2001.
Colonna della Nazionale
Considerando il forzato allontanamento nel periodo 1989-1991, Belodedici ha disputato 55 partite con la Nazionale della Romania, segnando 5 reti. Ha preso parte al Campionato del Mondo 1994 e a 2 edizioni degli Europei (1996 e 2000). Negli ultimi anni ha lavorato come coordinatore delle nazionali giovanili all’interno della Federazione rumena.