È sempre lui, Roger Federer, a ricordarci che Djokovic è un campione battibile, a restituirci il lato umano del n.1: lo svizzero prevale in due set (7-5, 6-2) sul suo rivale e si assicura il passaggio del turno, ridimensionando le prospettive di un Djokovic apparso svagato, forse travolto del tennis espresso da Federer, o più interessato a conservare energie per gli incontri decisivi del torneo. Nell’altra sfida del girone Kei Nishikori batte Tomas Berdych in tre set (7-5, 3-6, 6-3) e si rimette in corsa per la qualificazione, cancellando l’onta del pessimo esordio; al ceco ora serve un miracolo. Eliminati anche Fognini e Bolelli dopo la sconfitta (6-3, 6-2) patita dai fratelli Bryan.
E con questa fanno 3 su 6. Sono le battute d’arresto imposte da Roger Federer a Djokovic in questo 2015 in rapporto alle sconfitte complessive del serbo. La metà, insomma. Nella stagione migliore della carriera per il tennista di Belgrado, esiste un giovanotto che a 34 anni si permette di batterlo tre volte, senza lasciargli un set, e sciorinando ogni volta un tennis più brillante. Il serbo vede spezzarsi la striscia di vittorie consecutive stagionali (23), quella di vittorie consecutive indoor (sempre 23) e quella di partite vinte consecutivamente alle ATP Finals (15), che durava dall’edizione 2012.
Il primo set è vibrante, bello, Djokovic si guadagna subito una palla break nel primo game ma Federer annulla in scioltezza. Fino al 5-5 entrambi si esprimono su ottimi livelli: i servizi tendono a dominare, lo svizzero non sembra patire lo scambio lungo e tiene bene anche da fondocampo, soprattutto grazie a un rovescio registrato a dovere. Federer sale 6-5 e si arrampica sino a 40-30 che significa set-point; Nole annulla, arriva anche la palla che varrebbe il tie-break ma un errore ristabilisce la parità, poi Roger rimette la testa avanti e porta a casa il set con una demi-volèe da antologia: 02 Arena in piedi, Djokovic adesso sembra un po’ meno alieno.
Nel secondo set non c’è reazione di Nole: Federer breakka subito nel secondo game, poi rifiata un attimo permettendo al serbo di ricucire sul 2-2. Sarà l’ultima distrazione per il tennista elvetico che infila quattro game consecutivi e chiude l’incontro, con l’ultimo diritto di Nole che si spegne in corridoio: deludente la prestazione del n.1 nel secondo parziale, per quanto serena sia apparsa la sua espressione a fine partita. Che fosse un “ci rivediamo in finale”?
Un discreto livello di tennis anche nell’incontro diurno, che ha dissuaso l’02 Arena dai propositi di pennichella pomeridiana: relegati al ruolo di comparse in un girone di colossi, Nishikori e Berdych hanno dato vita a un buon match, il primo della manifestazione a concludersi in tre set. Avanti il giapponese (7-5) che fa valere il suo maggiore dinamismo prima di vedersi raggiunto da un Berdych sempre incostante a servizio ma più penetrante con i colpi di rimbalzo (6-3). Il terzo parziale sorride al tennista asiatico, più a suo agio nella lotta, forse più intenzionato a giocarsi le sue chance di qualificazione. Non spacciato ora Berdych, ma per continuare a sperare è chiamato nell’ultimo incontro all’impresa di battere – ed eliminare – Djokovic.