Passano i giorni, resta la paura
Nella notte in cui Wembley ha omaggiato i rivali francesi, cantando la Marsigliese quasi fosse il proprio inno nazionale, torna la paura del terrorismo a pochi giorni di distanza dagli eventi dello Stade de France. Anche questa volta è coinvolta la Germania, la cui amichevole contro l’Olanda è stata annullata per problemi di sicurezza: c’era l’intenzione, a quanto pare, di far esplodere un ordigno all’interno dello stadio di Hannover, probabilmente grazie a dell’esplosivo sistemato in un’ambulanza. La polizia ha poi smentito almeno parzialmente l’accaduto, ma il clima di tensione ha costretto gli organizzatori ad annullare l’amichevole nonostante “non vi fosse un pericolo immediato per la salute degli spettatori“. Difficile stabilire se sia stata la decisione giusta, se la minaccia fosse reale oppure no: resta però una sconfitta per il calcio e per la gente comune, la quale ha sempre più voglia di normalità dopo giorni molto difficili.
Prima di tornare al calcio giocato, perché nonostante in questi giorni sia diventato più difficile commentare eventi sportivi – a discapito della cronaca – è nostro dovere continuare a farlo, permettetemi di aprire una parentesi sui fischi dei tifosi turchi durante il minuto di silenzio effettuato in Turchia-Grecia. Indipendentemente da quali siano le ragioni che avrebbero portato questi tifosi a disertare il minuto di silenzio, fischiando per la maggior parte del tempo, credo che il rispetto nei confronti della morte (e di chi non c’è più) debba andare oltre a qualunque motivazione politica. Vero, viviamo in un mondo in cui vi sono morti di Serie A e di Serie B, questo è palese. Ed è altrettanto palese che quei fischi, almeno per la maggioranza delle persone presenti allo stadio, fossero indirizzati più a chi li ha costretti a rimanere in silenzio per un minuto, e non ai morti di Parigi; tuttavia ci sono sedi in cui poter manifestare il proprio dissento e sedi in cui, invece, rimanere in silenzio per tributare chi non c’è più. Specie perché quelli erano civili, colpevoli soltanto di essere usciti il venerdì sera a divertirsi; non è buonismo, quanto buonsenso, specie perché le generalizzazioni della politica e della stampa – ma non solo – stanno già portando, in queste ore, a etichettare i fischi come un sostegno all’ISIS da parte dell’Islam moderato. Benzina sul fuoco, praticamente.
Ungheria, Irlanda, Svezia e Ucraina completano il quadro di Euro 2016, in cui l’Italia sarà sorteggiata in seconda fascia. La squadra di Ibrahimovic pareggia 2-2 contro la Danimarca – ma questa volta non possono esultare entrambe – grazie a una meravigliosa prestazione del suo numero 10; il pareggio di Vestegaard, al 91esimo minuto, è soltanto una beffa per la formazione biancorossa. Nell’altro incontro di ieri, Slovenia-Ucraina, i padroni di casa sono andati in vantaggio illudendo i tifosi prima di essere raggiunti, a tempo praticamente scaduto, da una rete di Yarmolenko. Qualificazione meritata per gli ospiti che, nell’incontro d’andata, avevano dimostrato di essere superiori rispetto alla compagine difesa da Handanovic.
Mancano circa tre settimane e sapremo quali formazioni dovremo affrontare a Euro 2016: Germania e Spagna quelle da evitare assolutamente, Inghilterra e Portogallo le più deboli sulla carta. Ma visti i precedenti al mondiale (Costa Rica e Uruguay), probabilmente sarebbe più utile concentrarci su noi stessi.