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Un bel calcio per voltare pagina

Non stiamo vivendo bei giorni. I fatti di Parigi hanno sconvolto l’occidente, l’Europa è in guerra, c’è tensione nell’aria, a tal punto che si è deciso di annullare l’amichevole tra Belgio e Spagna, per ragioni di sicurezza. Dopotutto, con gli arresti degli jihadisti a Bruxelles, potevamo aspettarcelo.

Certo, show must go on, ed è per questo che seppur la sfida tra diavoli e furie rosse non si farà, la nostra nazionale scenderà, invece, normalmente in campo, questa sera, per la seconda amichevole di questa fase post qualificatoria a Euro 2016. Che dire: senza soffermarci su schemi e tattiche contiane, senza proferir parola su quanto il ct sta sperimentando, limitiamoci a focalizzare l’attenzione, ancora una volta, sulle qualità della rosa azzurra, e – già, ancora una volta – siamo costretti a sottolineare la preoccupante carenza di talento puro in questa Italia.

La sfida con il Belgio – che non abbiamo voluto commentare per lasciare spazio e righe ai tragici fatti d’Oltralpe – ha confermato l’essenza di questa Italia: operaia. Conte si è detto soddisfatto dell’intensità di gioco, della carica agonistica dei suoi ragazzi, della mentalità con cui hanno giocato contro la nazionale, attualmente, più forte del mondo secondo il Ranking Fifa (ne occupa il primo posto, noi siamo 13′), ma con profonda sincerità, non riesco, personalmente, a comprendere di cosa si possa essere orgogliosi. Talento: poco. Concretezza: poca. Cattiveria: molto poca. Italia: confusionaria, vogliosa sì, ma poco pericolosa. Il Belgio ha semplicemente fatto prevalere il suo grande tasso tecnico, cosa che gli azzurri dovranno saper fare stasera, contro una Romania nettamente inferiore (e che in quel Ranking Fifa sopracitato ci è subito sotto). Riuscirci sarebbe non dico una dimostrazione di forza, ma almeno di carattere: imporsi è sempre buono, per il morale prima di tutto, da tenere alto perché solo in questo modo si riesce a esprimere un gioco convinvente. Inoltre, vincere vorrebbe dire reagire. Perché si batterebbe una selezione che per la Fifa vale, calcisticamente, più o meno quanto noi.

Perciò, bisogna dimostrare che non è così. Bisogna imporsi, e farlo giocando davvero bene, con piglio e compattezza. Un successo (netto), stasera, varrebbe soprattutto come prova di forza, volta a dimostrare che sicuramente questa l’Italia non sarà, tecnicamente, quella migliore di tutti i tempi, ma qualche posto più in alto, in quella benedetta graduatoria, possiamo meritarcelo.