Albert (Bert) Henry Baskerville nasce nel 1883 a Waiorongomai, Te Aroha, Nuova Zelanda. Giocatore di rugby union, lavora alle poste, diventa icona e leggenda nel mondo del rugby league. È nel 1908 che infatti organizza il primo tour neozelandese in Gran Bretagna, dopo aver scritto alla Northern Union in merito; bannato a vita della federazione di rugby neozelandese, non lascia ma raddoppia: lasciato il suo posto di lavoro, si dedica animo e corpo all’organizzazione del viaggio, convince (anche) otto All Blacks, parte alla volta del Vecchio Continente: nel viaggio di ritorno contrarrà la polmonite e si spegnerà a Brisbane, in ospedale, il 20 maggio 1908.
Oggi, il suo nome è leggenda e non solo per l’unica presenza in maglia Kiwis contro l’Australia nel match giocato sulla via del ritorno: Baskerville significa innovazione, coraggio, voglia di viaggiare e unire lo sport di due mondi lontani eppure vicini. Dal 2002 in poi, il Baskerville Shield è ciò per cui combattono inglesi e neozelandesi ogni 5 anni: una serie di tre test internazionali, un trofeo affascinante che fa pensare alla storia, uno sport che cresce ma non dimentica le sue radici.
Pronti via e Widdopp, confermato ma in coppia con Matty Smith (rimandato il giovane Williams), spezza l’equilibrio in piazzola: gli inglesi calciano la prima penalità al 5′, perché ogni singolo punto conta. La Nuova Zelanda è a suo agio nel rompere la linea, guadagna metri da corse e gesti tecnici individuali; Inghilterra impacciata e ancora incapace di allargare il gioco e coinvolgere Hall, in teoria la sua arma letale.
All’esordio internazionale, McGillvary non trema all’ala destra: il giocatore di Huddersfield è testato spesso e volentieri dall’attacco Kiwis ma tiene egregiamente, senza paura. Se Luke è impreciso nei calci, a Widdopp il piede funziona bene: al 27′ dopo la meta di Whitehead – pronto al salto a Canberra nella NRL – e quando conta a fine set, alternandosi con Smith. Chiave della solidità inglese di gara 3 è il cambio di atteggiamento e attitudine in mediana: five-eighth e scrum half sono creativi e razionali, mentre Hiku e Nikorima pagano l’inesperienza. Ma in chiusura di tempo gli ospiti dicono presente: acrobatico e spettacolare, Nightingale va oltre a sinistra e zittisce il DW Stadium.