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Formula 1, dal 2008 ad oggi: il crollo di uno sport

Brasile 2008: Massa campione del mondo, gara straordinaria con continui sconvolgimenti della classifica, un pizzico di pioggia per aumentare la suspance, e il colpo di scena finale con Hamilton che si prende il titolo a 300 metri dal traguardo. Qualcosa insomma di incredibile, una trama che sembra scritta da uno dei fenomeni mondiali del thrilling e che regala agli appassionati uno spettacolo semplicemente straordinario.

Un anno prima il copione era stato un degno preludio: Kimi campione del mondo nonostante fosse terzo in classifica prima della trasferta brasiliana, Hamilton che getta alle ortiche una stagione incredibile e Alonso che vede il mondiale scivolare definitivamente via quando Massa riesce a rimediare ad un quasi testacoda. Un’altra GP insomma al cardiopalma, dove l’imprevedibilità e lo show la fanno da padrone.

Dopo la gara di ieri, quei tempi sembrano ormai lontanissimi: regole restrittive, pneumatici prevedibili, valori tutt’altro che livellati hanno portato quello che era uno sport intrinsecamente intrecciato allo spettacolo ad essere un’ora e mezza di monotonia, sbadigli e rari colpi di scena. I sorpassi effettuati ieri si contano sulle dita di una mano, i distacchi tra le monoposto hanno trasformato il tracciato di Interlagos in un binario di un collegamento ferroviario poco trafficato; l’unico in grado di far alzare almeno il sopracciglio agli spettatori è stato il solito baby fenomeno Verstappen con due sorpassi alla S di Senna da standing ovation.

Per il resto la Formula 1, ormai, ha come unico obiettivo archiviare un altro anno concluso già da due gare, ma di fatto mai iniziato: lo strapotere Mercedes è stato scalfito raramente dalla Ferrari e mai dal resto della concorrenza, figlia di un divario tecnico imbarazzante, dispersa in un deserto di prestazioni da far rabbrividire. Abu Dhabi si presenta come un ultimo boccone amaro da ingoiare prima di pensare al 2016, ma prevedere oggi una stagione diversa dalle ultime sette, con esclusione del 2010, picco isolato di un degrado costante, è un esperimento in grado di mettere alla prova fin troppa immaginazione.

Ciò che però preoccupa più di tutto è che gli unici, ad ora, che non se ne siano ancora accorti sono proprio quelli che dovrebbero avere più interesse a modificare le cose: Bernie Ecclestone e i vertici della FIA, padroni bendati che non hanno alcuna intenzione di farsi da parte.