Di solito ai blocchi di partenza di un torneo importante, tanto più di un torneo che riunisce i migliori 8 tennisti del mondo, è uso comune che s’accendano i dibattiti su chi possa aspirare a vestire i panni del favorito e chi invece deve accontentarsi di gareggiare per un posto da antagonista.
Questo 2015 ha sparigliato le carte e reso il compito più agevole a bookmaker e analisti di professione: il favorito ha sempre – invariabilmente – lo stesso nome, è serbo, ha in classifica i punti che possono sommare i numeri 2 e 3 del mondo e aspetta i suoi rivali sempre in finale, come ai tempi del Challenge Round in cui al campione in carica venivano risparmiati i turni preliminari e il torneo s’occupava di eleggere lo sfidante più meritevole. L’omino di cui parliamo non perde una partita in questo “torneo dei Maestri” dal lontano 2011, quando si fermò al Round Robin stremato da una stagione irripetibile. Che ha invece ripetuto in questo incredibile 2015.
Nel tentativo di cercare motivi di interesse fuori da questa egemonia, analizziamo i suoi sfidanti. Il n.2 è Andy Murray, brillante a Shanghai ma battuto, tonico a Bercy e ancora battuto, in lotta con i vertici ATP per l’obbligo – che gli è stato imposto – di onorare il presente torneo nonostante una storica finale di Coppa Davis lo attenda tra due settimane. È in un girone comunque complesso – Nadal, Wawrinka e Ferrer – e ci si chiede quanta voglia avrà di ciondolare da par suo nei tre turni del girone per poi incappare con ogni probabilità in uno tra Djokovic e Federer, con i quali ha raccolto ben 15 sconfitte (su 16 incontri) negli ultimi due anni.
Nel suo girone abbiamo detto di Nadal e Wawrinka. Opposti a Shanghai con vittoria netta del primo, ancora a Bercy con vittoria – stiracchiata – del secondo. Lo spagnolo è in ripresa, ma appare ancora dietro ai migliori. Ha vinto quasi tutto eppure mai le Finals, neanche quando era il terribile Nadal degli anni d’oro, e non è un caso: patisce le condizioni di gioco e il suo topspin ne risente. Non sorprenderebbe una sua uscita prematura, ma siamo certi che non regalerà nulla. “Stan The Man” è un po’ un supereroe che finisce presto e spesso le sue cartucce, ma quando riesce a rimane trasformato non gli sta dietro nessuno. Pare gli giovi un fondo più lento dell’indoor londinese per raggiungere quelle vette d’ingiocabilità, ma è l’unico assieme al suo conterraneo che sa come battere questo Djokovic.
Ferrer è sempre quello che arriva in sordina, nessuno gli da credito ma intanto c’è sempre e per la sesta volta consecutiva. Si tende a dimenticarlo ma arrivò in finale nel 2007. Non che gli venga chiesto di ripetersi, ma se qualcuno più accreditato tradisce le aspettative lui s’inserisce e ne approfitta. Stavolta dovrebbe essere in due a fallire tra i tre appena citati, ma il round robin non ha lesinato sorprese in passato.
Berdych e Nishikori, la faccia corrucciata al momento del sorteggio perchè tutto sommato con Federer e Djokovic le chance di qualificarsi sono pochette. Al ceco manca sempre un soldo per fare una lira contro i migliori, ma ha dalla sua due carte: è stato l’unico negli ultimi due mesi a impegnare severamente Djokovic ed è per Federer un avversario sempre ostico. Difficile possa bastare per rovesciare l’esito del girone, ma tant’è. Il nipponico è forse tra i presenti quello ad aver disputato la stagione più deludente, ma se qualcosa valgono i precedenti diretti è in sostanziale equilibrio con Federer, in leggero svantaggio con Nole e conduce 3 a 1 contro Berdych. Tocca sperare che si diano da fare, perché ne goda lo spettacolo.
Fuori dagli schemi c’è il solito Federer. Può uscire distrattamente a Shanghai e abbandonare Bercy per la fretta di preparare queste Finals, ma è il solo ad aver battuto Djokovic due volte in stagione, sulla distanza del 2 su 3 ha dimostrato che può esserci ancora partita e se esiste una ricetta per inceppare i meccanismi di quel diavolo dominatore lui la possiede. Le incognite solo le solite: quanta benzina gli rimane, quanto la rapidità della superficie potrà aiutarlo, quanto Djokovic avrà la bontà di concedergli.
Tabellone e risultati delle ATP Finals