#tousensemble
Cosa si può dire. Cosa si può dire se non “maledetti”. Guerre di religione nel 2015, nell’era della tecnologia, dei telefonini che chiamano all’altro capo del mondo, dei robottini su Marte, dei social network, e dell’illusione che la mente umana abbia finalmente maturato la concezione di “progresso”.
Cosa si può dire se non “infami”. Francia sotto assedio a causa di folli che si spacciano per musulmani, ma in realtà sono ignoranti senz’anima che trasudano fanatismo da ogni poro del loro fottuto corpo.
Cosa si può dire se non FORZA PARIGI. Altro attacco dopo Charlie Hebdo, altra barbarie vissuta in una notte che doveva ospitare quel blasonato Francia-Germania dello Stade de France, evento che poi, purtroppo, si è tramutato in un incubo assurdo.
Parigi è in ginocchio. Quella Parigi che esprime fascino, cultura, storia e romanticismo è a pezzi, per via di folli che con Parigi e il suo stile, la sua quotidianità, non c’entrano veramente nulla.
È vero, di guerre e attentati ce ne sono purtroppo diversi nel mondo ogni giorno, e ogni morte prematura è terribile. Sempre. Senza distinzioni. Ora è il momento di stringersi in cordoglio e riflettere, ma già fra qualche ora, vedrete, ci sarà chi si blinderà tra monitor e tastiera e farà forza sulla propria capacità di distinguersi dalla massa per accusare il mondo di finto buonismo, puntando il dito sul sentirsi tutti fratelli solo quando ci sono tragedie in atto, come accaduto proprio dopo l’assalto a Charlie Hebdo.
Non è così. Non c’è finto buonismo, né finto cordoglio, né finta fratellanza in queste parole. Le notizie di ieri sera hanno fatto veramente male, perché Parigi è una città che vive la frenesia che vivono le nostre città, che viviamo noi, ogni giorno. Tale e quale. Parigi, ieri sera, voleva solo trascorrere una notte come tante altre, immersa nelle sue peculiarità, nelle abitudini e le passioni che la contraddistinguono.
Notte, invece, rovinata per colpa di qualcuno che professa una fede, ma che in realtà usa la religione esclusivamente come pretesto per dare un senso a una vita davvero, davvero vuota e senz’anima.
“Imagine there’s no countries, it isn’t hard to do. Nothing to kill or die for, and no religion, too”.