Il paradosso di vincere ed essere mandati via. Lo fece Moratti con Mancini nel 2008, l’hanno fatto in tanti in passato e l’ha fatto anche Zamparini adesso, con il tecnico che ha riportato il Palermo in A e a cui non è bastata la vittoria contro il Chievo per tenersi stretta la panchina rosanero.
Ha deciso Zamparini come suo solito, dimostrando per l’ennesima volta che questo Palermo è una sorta di moderna dittatura, dove non c’è assemblea dei saggi, ma un’unica mente che decide cosa è giusto per il bene collettivo. Un po’ come quello che accade quando nei pomeriggi d’inverno, presi dalla noia, ci piazziamo davanti al computer passando ore su Football Manager. Tu sei la mente, quello è il tuo giochino. E così Zamparini è la mente e il Palermo il giochino di un presidente che forse, nelle sue decisioni, pensa anche di fare la cosa più giusta, ma che non sempre poi si rivela la più sensata.
In questo caso ci schieriamo con tutti quelli che hanno preso le parti di Iachini. Il suo esonero, esagerato, immeritato, soprattutto dopo quanto fatto in questi anni con il ritorno dei siciliani in Serie A e i vari record stabiliti. Meritava un altro trattamento, lui che non è scappato a Dubai, ma si è tenuto stretto quel gruppo di ragazzi che lo ha sostenuto fino all’ultimo. E poi, basta guardare un attimo alla rosa del Palermo di questa stagione per capire che probabilmente le colpe delle prestazioni non esaltanti non sono tutte di Iachini. Allenatore allontanato nonostante avesse dalla sua squadra, tifosi e anche i risultati. Roba rara, ma che come abbiamo visto accade. Però strana, perfino a Football Manager.