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Ericsson, tanto bene a parole quanto male coi fatti

Dopo un 2014 disastroso, la Sauber ha deciso di cambiare totalmente la coppia piloti per il 2015, ingaggiando la promessa Felipe Nasr e la scommessa Marcus Ericsson. Proprio il pilota svedese si era detto entusiasta, all’incipit della stagione, nel poter scrivere almeno un capitolo della storia di una delle scuderie più gloriose del circus. Dichiarazioni importanti, ottimi propositi, accompagnati e conditi da una grande dose di ottimismo che lo aveva portato ad affermare di avere tutte le carte in regola per chiudere in quasi tutte le gare nella top ten.

Dopo un anno, il 2014, in cui la Sauber non era mai riuscita a raggiungere questo obiettivo, era necessaria una ventata di aria nuova e ottimismo. L’avvio della stagione in Australia aveva esattamente ripagato tutte le aspettative della nuova stagione: Nasr quinto ed Ericsson ottavo erano il miglior biglietto da visita che si potesse presentare alle altre scuderie.

Da quel Gran Premio in poi però le strade dei due piloti in blu si sono divise prendendo percorsi ben diversi: Nasr è riuscito a mantenere una costanza di rendimento più che sufficiente, raccogliendo a due gare dal termine ben 27 punti, dopo aver sfiorato la zona punti ben 6 volte, e posizionandosi in tredicesima posizione, davanti anche alla Lotus di Maldonado e alla Toro Rosso di Sainz; non certamente dello stesso livello si sono rivelate le prestazioni di Nasr, capace di raccogliere solo 9 punti, utili per essere l’ultimo dei primi lasciandosi alle spalle nella classifica generale solo le due Marussia.

Una stagione a due gare dal termine, de facto, deludente, costellata da una serie di errori tecnici che ne hanno compromesso tutte le prospettive e le aspettative di marzo. Ericsson ha dichiarato in settimana di essere pronto ad archiviare il 2015 per tuffarsi nella prossima stagione, conscio, a suo dire, dei vantaggi enormi per aver già appreso mentalità e modus operandi, e poter quindi lavorare meglio in vista del 2016.

Solo il tempo, come sempre, sarà giuria, giudice, e giustiziere, ma Ericsson non può più permettersi una stagione da buoni propositi, ottime dichiarazioni e pochissimi fatti in pista.