MotoGP, tutti giù dal podio
Il Motomondiale ha da poco chiuso i battenti. Nella classifica finale Lorenzo ha vinto con 5 punti di vantaggio su Rossi. Terzo posto per la Honda di Marc Márquez davanti al compagno di squadra Dani Pedrosa. Si doveva annunciare un vincitore e un vincitore è stato (forzatamente) proclamato. Le polemiche difficilmente si assottiglieranno nei prossimi giorni, ma è doveroso cercare di partire dal piano puramente tecnico e sportivo. Bisogna come prima cosa dare merito a Lorenzo per questa vittoria. Valentino lo ha sempre definito come l’avversario più forte mai affrontato. Passando in rassegna tutti gli sfidanti dai nomi eccelsi che il pesarese ha avuto in pista, probabilmente Jorge è quello che ha sofferto di meno la pressione psicologica che Vale ha esercitato nella sua carriera su tutti i suoi più acerrimi rivali.
Purtroppo è stato un finale travagliato, contestato, condito da mille polemiche, sanzioni e carte bollate, ma è stato anche un duello appassionante fra due piloti della stessa scuderia che hanno dato spettacolo in uno dei campionati più avvincenti degli ultimi decenni. Volendo essere pignoli in tutti questi Gran Premi è mancato un vero testa a testa fra i due centauri in pista, un vero corpo a corpo tra le due moto. Questo però non deve sminuire l’emozionante stagione che hanno saputo regalarci. Nella resa dei conti di Valencia non si è potuto correre ad armi pari e probabilmente non si è corso affatto. Ed è esattamente in questo modo che l’ha spuntata lo spagnolo della Yamaha. Si è andato a prendere il suo quinto mondiale a 28 anni, vincendo 7 gare in stagione, condite da 5 podi (applausi sinceri). Questi sono i suoi numeri freddi e razionali che al di là di tutto testimoniano come Lorenzo in pista sia un campione e il titolo (ex aequo direbbero i “rossiani”) lo ha ampiamente meritato.
Il difficile è però arrivare alla premiazione e capire che non c’è niente e nessuno da festeggiare, nessuna gioia da condividere. Non ci possono essere coppe o medaglie da assegnare perché i nostri i protagonisti sul podio sono tutti sconfitti. Ha perso Lorenzo perchè non ha vinto contando solo ed esclusivamente sulle sue forze. Ha perso a livello umano per aver avuto la brillante idea di suonare il citofono del Tribunale Amministrativo dello Sport senza avvisare la sua scuderia. Ha perso nel momento in cui si è dichiarato parte attiva nel processo al suo compagno di squadra, quando lo stesso Jorge in pista a Sepang non ha avuto la minima idea di quello che stesse succedendo tra Vale e Márquez.
Ha perso Rossi (purtroppo), il decimo mondiale e i nervi, perché a Sepang non è riuscito a rimanere lucido, cadendo nella sua stessa ragnatela e cercando disperatamente di farsi una sorta di giustizia sommaria nei confronti del ragazzino in sella alla Honda. Ha perso in maniera netta Márquez (ma dai), che ha deciso di voler essere protagonista e bilancia di un mondiale nel quale in fin dei conti ha solamente deluso, tradito dalla sua stessa aggressività e da un ingenuità infantile che fin qui ci aveva accuratamente celato. Ha perso sotto il profilo umano perché anche se non gli è stato mai sanzionato nessun reato sportivo, la verità (telemetria) è stata sotto gli occhi di tutti da circa un mese.
Ha perso (tantissimo) la MotoGp che non ha saputo mai smorzare i toni e tenere in pugno la situazione che anzi è scappata via via dalle mani. Non ha colto il grido di aiuto di Rossi dopo Phillip Island. Ha perso nel cancellare la conferenza stampa dei piloti a Valencia per far svolgere una riunione tecnica fra i protagonisti. Una riunione nella quale non c’è stato nessun confronto, nessun ammonimento ma solamente un discorso-monologo da parte del boss della Fim (Ippolito) sui valori dello sport, senza che nessun pilota potesse mai prendere parola o provare a spiegare come uscire da una situazione che stava bruscamente degenerando.
Ma nello sport, giunti alla premiazione e ai festeggiamenti, bisogna sempre tornare ad analizzare i freddi e razionali numeri, e la classifica finale del Motomondiale 2015 dunque premia Lorenzo quale vincitore con 330 punti, Rossi al secondo posto (325), il buon Márquez terzo (242) e Dani Pedrosa ai piedi del podio. Ragionevolmente sarà solo l’ultimo di questa lista che nelle prossime notti potrà dormire con la coscienza sportiva davvero pulita. Se vuole (in cuor suo) potrà anche festeggiare.