È tempo di semifinali nell’ultimo torneo stagionale prima dell’appuntamento conclusivo a Londra: sul cemento indoor dell’ATP Masters 1000 Parigi-Bercy si sfidano Djokovic-Wawrinka e Murray-Ferrer.
I primi a scendere in campo sono stati Andy Murray e David Ferrer. Lo scozzese ha avuto la meglio in due set (6-4, 6-3) nonostante una prestazione discontinua, forse influenzata dal tour de force che lo attende di qui a fine stagione. Il n.3 delle classifiche mondiali (che tornerà n.2 la prossima settimana) parte forte, con l’intenzione di chiudere la pratica il prima possibile, ma sul 2-0 sciupa due occasioni per il doppio break e finisce per farsi rimontare fino al 3-3, palesando un inatteso nervosismo.
Lo spagnolo prende a mulinare il suo gioco fatto di pressing da fondo campo e pochi fronzoli: Murray sembra patire le fatiche dei giorni precedenti, trema sul 3-4 ma riesce a salvarsi con l’esperienza. A quel punto trova due game perfetti che gli valgono il set: prima ottiene il break lasciando Ferrer a zero, poi tiene il servizio decisivo senza concedere un punto: il 6-4 è servito.
Il secondo set vede ancora uno dei due contendenti involarsi sul 3-1, ma questa volta si tratta del tennista valenciano. Murray sembra nuovamente in difficoltà, sbuffa, regala più del dovuto. Ferrer come al solito non scende dal suo livello, né si erge particolarmente oltre con esemplare costanza. Tocca quindi allo scozzese riprendere in mano la situazione, e lo fa prima pareggiando i conti sul 3-3, poi annullando due palle break nel game successivo e infine piazzando un nuovo allungo nei due game finali: Murray si aggiudica otto degli ultimi nove punti e raggiunge la sua prima finale qui a Bercy.
Nella seconda semifinale il n.1 del mondo Djokovic ha sconfitto Stan Wawrinka in tre set (6-3, 3-6, 6-0), interrompendo a 29 la sua striscia di set vinti consecutivamente ma proseguendo la serie di vittorie (21) in piedi dagli US Open.
Il primo set non lascia molto spazio alla contesa: Wawrinka appare sulle gambe, forse giustificato dalle appena 16 ore di riposo di cui ha potuto beneficiare dopo la vittoria di ieri contro Nadal. Djokovic non ha bisogno di strafare, e compensa un rendimento non eccelso a servizio con una buona propensione alla rete e un sapiente utilizzo del drop-shot, colpo che si rivela letale contro questo Wawrinka in debito d’ossigeno. Nole conquista il break decisivo nel quarto game, poi senza concedere occasioni allo svizzero chiude 6-3 in totale disinvoltura.
Nel secondo parziale però accade quel che non t’aspetti: Novak va in vantaggio 2-0, poi si siede e permette al n.4 del mondo di rientrare in partita. Lo svizzero da parte sua ritrova fiducia nei colpi e il coraggio di osare, facilitato anche da un avversario che d’improvviso fatica a prendere in mano il controllo del gioco. Gli errori del serbo si moltiplicano, la ricerca degli angoli si attenua e adesso Wawrinka può giocare da fermo e sprigionare tutta la sua potenza: in un ameno il punteggio è ribaltato, 5-2 svizzero. Nole mette a referto un game, poi molla la presa in vista del terzo decisivo parziale: altro 6-3.
Il terzo set elimina tutti i dubbi sulle difficoltà di Djokovic. Il n.1 rientra in campo incattivito e non lascia margine di manovra a Wawrinka. Che è costretto nuovamente a fare il tergicristallo, senza la necessaria assistenza delle gambe: Djokovic va in vantaggio di quattro game e non tentennerà più, rifilando un pesante 6-0 all’unico avversario in grado di sconfiggerlo in uno Slam in questo 2015. La parziale rivincita arriva ancora a Parigi, seppur in un torneo di caratura inferiore e su una superficie differente.
Il serbo raggiunge così la sua 14esima finale stagionale consecutiva e proverà contro Murray a stabilire un record che non avrebbe eguali nella storia dei Masters 1000: vincerne 6 in una sola stagione, sui 9 totali che vengono disputati. Lo scozzese si ritenga avvisato.