Poco più di un anno fa, lo scenario era diverso. Juventus prima con tre punti di vantaggio sulla Roma, battuta 3-2 nello scontro diretto delle polemiche. Dietro di loro, il vuoto. L’avevamo definito il “campionato delle briciole” e sappiamo poi com’è andata a finire: scudetto alla Vecchia Signora praticamente prima di Natale, secondo posto ai giallorossi, seppur con qualche brivido nel girone di ritorno, e terza piazza alla Lazio. Le briciole, appunto.
Ebbene, soltanto un anno dopo, questo scenario, così scontato, prevedibile e a tratti noioso, è già un ricordo. E molti (juventini a parte, naturalmente) saranno contenti, perché le briciole, quest’anno, vanno a chi si è mangiato quasi tutta la torta della scorsa stagione; mentre lassù non si capisce nulla. Stiamo per tagliare il traguardo di un terzo di campionato e la situazione in classifica, se paragonata a dodici mesi fa, è da testacoda: Inter e Fiorentina al comando, Juve decima. L’unica ad aver mantenuto una certa costanza è la Roma, seconda a un punticino dalla vetta.
I campioni d’Italia in carica si apprestano a entrare nell’ultima settimana di pausa per le Nazionali con un ritardo di nove punti sull’insolita coppia di vertice. È vero che la vittoria in extremis nel derby è stata un toccasana per l’ambiente, consentendo alla truppa di Allegri di rosicchiare punti a Roma e Napoli, ma davanti ci sono troppe squadre e per rientrare nella lotta servirà una Juve perfetta. A cominciare da domani in quel di Empoli, dove servirà anche un Allegri perfetto, che negli ultimi tempi ha fatto storcere il naso a qualche tifoso, e non solo, per le scelte effettuate (caso Dybala su tutti).
Una strana coppia in testa, dicevamo, con Fiorentina e Inter che, per motivi diversi, meritano finora il primo posto. Belli e discontinui i viola, cinici ma aridi nel gioco offensivo i nerazzurri. Per entrambe, la dodicesima giornata costituirà un bel banco di prova: due trasferte nel menù, con la Samp Paulo Sousa, col Toro Mancini. Due gare per niente scontate e siamo pronti a scommettere che domenica notte ci sarà un nuovo ribaltone fra i primi posti del campionato.
Ma la partita più attesa si giocherà senz’altro all’Olimpico: Roma-Lazio, il derby eterno fra due squadre che dovranno riscattare le sconfitte di domenica scorsa. Pesante quella dei biancocelesti in casa contro il Milan, più accettabile (ma ugualmente scottante) quella della Roma a San Siro contro l’Inter. Favoriti i giallorossi, con Salah, Gervinho e Džeko pronti a far male, ma anche la Lazio spera che Candreva e Felipe Anderson siano in giornata e sappiano sfruttare le occasioni che, puntualmente, la difesa giallorossa concederà. Certo che l’assenza di Miralem Pjanić, mai così prolifico come in questo avvio di stagione, peserà per lo sviluppo del gioco degli uomini di García, e se Biglia e compagni riusciranno a vincere la sfida a distanza in mezzo al campo, i pronostici lasceranno il tempo che trovano.
Infine, Napoli e Milan, impegnate davanti al loro pubblico contro Udinese e Atalanta, possono sfruttare un turno sulla carta agevole per dar vita all’ennesimo rimescolamento del mazzo fra le prime posizioni della Serie A. Gli azzurri di Sarri, specialmente, hanno un attacco da far invidia alle grandi d’Europa e sembrano aver registrato persino la difesa, spesso vero cruccio del Napoli targato Benítez.
Un paio di mesi fa, critici e tifosi parlavano con leggerezza di “favorite”, oggi nessuno si azzarda a farlo con la medesima sicurezza, perché, al momento, abbiamo una sola certezza: questo campionato non ha ancora un padrone e chissà se mai l’avrà. A beneficiarne, l’imprevedibilità della nostra Serie A, che rende il tutto così affascinante, divertente, emotivamente coinvolgente. Alla faccia di chi sostiene che Liga e Premier sono di un altro pianeta. Noi ci teniamo il nostro campionato e ci apprestiamo a gustarcelo tutto d’un fiato.