Formula 1 – Lauda a un passo dal divorzio con la Mercedes

Anche quando si vince esistono dissapori, litigi e incomprensioni che portano a frizioni e alterchi, rovinando condizioni di apparente tranquillità. È quanto sta succedendo in casa Mercedes, tra il team principal Toto Wolff (grande capo della casa di Stoccarda) e Niki Lauda, presidente onorario (quindi non esecutivo) della Mercedes Motorsport.

Sembra quasi di ripercorrere vicende che ci troviamo di fronte nella vita di tutti i giorni, famiglie apparentemente felici che poi, sotto sotto, nascondono dissidi e rapporti logori, con lo stupore generale quando vengono a galla, alla mercé degli altri. Lì inquadrati nei box, davanti ai monitor come due semplici tifosi, a guardarsi la gara. Non al muretto come tutti gli altri ma su un banchetto tutto loro, come una coppia felice. Lauda e Wolff che fissano i loro due gioielli di aerodinamica e potenza sfrecciare davanti a tutti, se non sempre quasi. E poi quegli sguardi complici, dopo sorpassi o grandi manovre dei loro pupilli, un idillio, almeno in apparenza.

Ora sembra tutto finito: in Messico l’aver costretto Hamilton a fermarsi per la seconda sosta, senza dargli l’opportunità di tentare di finire il Gran Premio con un solo cambio di gomme, ha creato una forte contrapposizione tra i due. E finalmente, anche se non ce n’era poi tanto bisogno, si è capito che all’ex pilota austriaco interessa da sempre che sia sì la Mercedes a vincere, ma che lo debba sempre cercare di fare con il britannico tre volte campione del mondo, e non con il rampollo teutonico.

Forse perché lo convinse proprio lui, alla fine del 2012, a passare alla scuderia tedesca, quando i tempi erano decisamente più bui. I risultati erano scarsi in gara, poca tenuta delle gomme con grandi exploit in qualifica e pessime figure la domenica. Non era facile scegliere loro, andando via da un McLaren all’epoca messa decisamente meglio. Nel momento in cui il campione britannico lasciava la supervisione manageriale del padre, un altro signore si faceva avanti. E se si chiama Lauda giù il cappello, sull’attenti e “sì signore“. Sia chiaro, il presidente onorario delle frecce d’argento non è il procuratore di Lewis, ma il debole (definiamolo così) ce l’ha eccome!

Sta di fatto che ogni qual volta è stato Hamilton a commettere imprudenze nei confronti del compagno di squadra, il buon Niki non ha mai fiatato (e lui quando parla è sempre a dir poco pungente). Ma quando si è trattato di criticare le scelte poco opportune di Rosberg (qualifiche di Montecarlo 2014 e contatto decisivo a Spa nello stesso anno) non si è certo mantenuto dal mettere in riga la scuderia.

Aver lasciato vincere il tedesco in Messico, senza provare una strategia alternativa per Hamilton, ha fatto infuriare Lauda. E ora il divorzio sembra quasi certo. Potrebbe affiancare o sostituire Ecclestone nel prossimo futuro, chissà. Ma se lo farà ci auguriamo non abbia alcun tipo di favoritismo nei confronti di alcuno, perché a quanto pare, se lui si schiera a favore di uno sono sempre dolori per gli altri.

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Vito Coppola