Adesso non c’è più la possibilità di sbagliare: la Roma di Rudi Garcia ha bisogno soltanto di un risultato, in casa davanti ai propri tifosi, vincere e convincere per cancellare il recente passato. Un passato agrodolce perché, nonostante la vetta della classifica sia lontana soltanto un punto, la sconfitta in casa dell’Inter ha lasciato strascichi nell’ambiente giallorosso: dalle polemiche per il gol incassato da Szczęsny alle scelte di Garcia, in particolare quella legata al centravanti.
Džeko sembra infatti un corpo estraneo all’attacco della formazione capitolina, un fatto non incoraggiante considerando che l’alternativa, Totti, è ferma ai box e in ogni caso l’età avanza inesorabilmente anche per lui. Vero che l’attacco con tre giocatori che fanno della velocità, del dribbling e dell’imprevedibilità la loro arma migliore può non concedere punti di riferimento agli avversari – vero Mancini? – però è innegabile come la Roma da tempo sia alla ricerca di un centravanti d’area di rigore che tramuti in rete le tante occasioni da rete che i giallorossi producono ogni partita. Invece, sino a questo momento, il bosniaco ha mostrato poca cattiveria sotto porta (un solo gol, bellissimo, contro la Juventus) come nell’occasione del salvataggio di D’Ambrosio sulla linea e, soprattutto, poca lucidità nelle scelte offensive (il mancato assist per Pjanic a San Siro è qualcosa di inspiegabile per un giocatore con quella coordinazione ed eleganza).
Come riuscire a limitare queste pause? Questa la domanda a cui Garcia deve saper rispondere al più presto: perché se essere incostanti in un campionato è già di per sé inaccettabile per una squadra che punta a vincere lo scudetto (e andare avanti in Champions), figuriamoci esserlo addirittura nell’arco dei novanta minuti. Partenza shock contro il Leverkusen, poi quattro gol a valanga prima di subire la rimonta in due minuti: cali di concentrazione che, per esempio, l’Inter ha dimostrato di aver avuto solo contro la Fiorentina. Eppure stiamo parlando di una squadra complessivamente con meno talento, che al momento gioca un calcio pessimo e che viene da stagioni anonime in campionato. La presenza di Dzeko, inoltre, dovrebbe essere utile per mettere costantemente pressione ai centrali di difesa avversari, nella speranza che i centrocampisti sappiano trovare i giusti tempi d’inserimento per pungere e far male: questo è molto difficile che avvenga, invece, se il posto di prima punta lo ricoprono calciatori con caratteristiche diverse, come Gervinho, Iago Falque o Salah. Fermo restando che i problemi, comunque, ci sono anche nella fase difensiva, perché otto gol subiti in tre giornate di Champions League sono un dato che farebbe rabbrividire persino Zeman, tanto per citare qualcuno che sulla panchina giallorossa si è già seduto.
Tre punti per cancellare gli ultimi giorni difficili e le relative polemiche: in caso contrario non sarebbe crisi, per carità, ma sicuramente la delusione nell’ambiente per la mancata qualificazione in Champions League potrebbe avere riflessi anche sul campionato. Un po’ come avvenne la stagione scorsa dopo l’1-7 subito per mano di Robben e compagni.