Formula 1 – Sprofondo rosso
Era dal 2009, 6 anni, in cui almeno una Ferrari è arrivata al traguardo, sono passati dall’ultimo doppio ritiro della scuderia di Maranello che in Messico ha abdicato poco dopo metà gara. Un doppio ritiro figlio di cause diverse, e stranamente non connesse a problemi della monoposto, ma dovuto a ad errori e contatti.
Sebastian Vettel, ancora in corsa per il secondo posto nel mondiale, è sceso in pista con la nuvola di Fantozzi: neppure il tempo di chiudere l’angolo della prima curva e Ricciardo gli trancia la posteriore destra con un alettone affilato come un coltello giapponese; gara rovinata che condiziona la forma mentis di Seb, costretto agli straordinari ed esposto al rischio di errore che puntualmente viene commesso alla diciottesima tornata: sovrasterzo, avantreno che scivola via e testacoda a pochi metri dalle barriere che lo costringe a rifare tutto quasi da capo.
Gambe in spalla e Seb ricomincia a martellare oltre i limiti, rischia, spinge, ma al cinquantaduesimo giro deve alzare bandiera bianca, stampando il proprio poster sulle barriere dopo aver perso nuovamente l’avantreno. Una gara totalmente al buio, ma un sonoro stop che, guardando il bicchiere mezzo pieno, arriva durante la lotta per il secondo posto, ovvero il primo dei perdenti come direbbe proprio Enzo Ferrari, e non per il titolo.
L’altra faccia della medaglia, quella di Kimi, è ricoperta da una patina grigia dall’inizio della stagione, rispolverata dal finlandese in rarissime occasioni come in Bahrain, dove ha acciuffato una seconda piazza. Anche in Messico, nonostante una buona rimonta, ha subito la legge del contrappasso per quanto combinato a Sochi: nel profondo est aveva messo fuori gara Bottas, cercando di prendersi il podio, ed era stato penalizzato fino all’ottavo posto; nel caloroso ovest è stato messo fuori gara da Bottas che si è andato a prendere il podio. Probabilmente il sommo poeta avrebbe dovuto aggiungere un girone dell’inferno solo per lui.
Eppure, al venerdì, le due rosse avevano evidenziato un ottimo passo gara, a tratti superiore anche a quello dei due fulmini in grigio che poi, in gara, hanno salutato tutti in partenza e senza le due safety car avrebbero doppiato la metà del gruppo. Anche l’ultimo obiettivo stagionale, il secondo posto di Seb, sfuma così a due gare dal termine. Poco male se si guarda con lungimiranza alla prossima stagione, la vera prova del nove per una scuderia che da troppo tempo non lotta per il titolo e ancora da ormai una vita non ne mette in bacheca.