Formula 1, Messico e…musica

La Formula 1 è ritornata in Messico. Il circuito intitolato ai Fratelli Rodríguez di Città del Messico è tornato a ospitare la categoria più importante dell’automobilismo sportivo dopo 23 anni di assenza. Come sempre, questo fine settimana nel quale si è disputata la 18esima tappa del Mondiale di Formula 1 2015 ha visto toccare diversi temi. In onore del Paese ospitante, trasformiamo i protagonisti in “mariachi” – i musicisti della tradizione messicana che allietano alcune località dello stato nordamericano – e…via alle danze.

“Cielito Lindo”, Nico Rosberg – “Ahi, ahi, ahi, ahi, canta e non pianger, perché cantando ai cuori, Cielito Lindo, van via i dolori! Olé!“. Vedere il proprio compagno di scuderia vincere il Mondiale non è mai piacevole. Figuriamoci se la stessa “tortura” si ripete per due stagioni consecutive. Rosberg però in terra messicana dà un sussulto d’orgoglio. Pole position al sabato, vittoria senza troppi patemi d’animo la domenica. Senza essere condizionato neanche dall’ingresso della Safety Car. Con la malcelata speranza di vivere molti di questi “sussulti d’orgoglio”. E che il Cielito di Nico Rosberg, nel 2016, sia davvero Lindo.

“Volver, volver”, Fernando Alonso – “Y volver, volver, volver, un tus brazos otra vez – e tornare, tornare, tornare, tra le tue braccia un’altra volta“. Tornare. Un verbo che è diventato il motto di Fernando Alonso. L’asturiano, date le difficoltà della sua McLaren, vorrebbe veramente tornare a quella competitività che gli manca. Per ora si deve accontentare di tornare…ai box dopo neanche un giro per i problemi del motore Honda della sua McLaren.

“La cucaracha”, Valtteri Bottas – “La cucaracha, la cucaracha, non si può dimenticar. Se del Messico si parla non si può dimenticare la sua musica più bella, le chitarre e il cielo blu“. La canzone più popolare messicana è dedicata a…un insetto. Già, perché “cucaracha” in spagnolo vuol dire “scarafaggio“. Insetto che fa della velocità, dell’imprevedibilità e della tenacia le sue caratteristiche principali. Sul circuito messicano, questo ruolo lo gioca Valtteri Bottas. Il finlandese della Williams prima vince l'”autoscontro” col connazionale Räikkönen, poi sfrutta una tattica non proprio eccelsa della Red Bull per portare a casa un podio importante ai danni di Kvyat.

La bamba“, la Ferrari – “Para bailar la bamba, para bailar la bamba, se necesita una poca de gracia – Per ballare la bamba necessita un poco di grazia“. La Ferrari la bamba non l’ha ballata. Come afferma la popolarissima canzone messicana, per poterla danzare sarebbe occorsa un po’ di grazia e di eleganza che le Rosse, in questa gara, non hanno dimostrato. Ma dopo una stagione come questa, dove la Ferrari ha quasi sempre fatto vedere di essere tornata a una buona competitività, una “maledizione di Montezuma” può anche essere accettata col sorriso.