Bologna, l’uomo giusto è Donadoni
È iniziata nel miglior modo possibile l’avventura di Roberto Donadoni sulla panchina del Bologna. Nonostante sia arrivato da pochi giorni a guidare la compagine emiliana, il tecnico è già riuscito nella difficile impresa di ridare entusiasmo a un ambiente provato dall’esperienza di Delio Rossi.
Contro l’Atalanta, il Bologna ha fatto riemergere la grinta e la voglia di fare gioco, ma soprattutto si sono rivisti in campo volti fondamentali che con l’ex allenatore non avevano trovato spazio o non erano riusciti a esprimersi al meglio delle loro potenzialità. In pochi giorni, l’ex ct della Nazionale è riuscito a imporre le proprie idee di gioco, facendo tornare alla vittoria e in zona gol la squadra. Una nuova vitalità che servirà necessariamente ai rossoblù per affrontare la sfida salvezza, un obiettivo che guardando le prestazioni di ieri può raggiungere senza problemi. Lo potrà fare se punterà su giocatori come Giaccherini e Destro, che contro i bergamaschi hanno mostrato movimenti offensivi giusti e una buona dose di “cattiveria agonistica”. Ma colpisce come la squadra abbia imparato al volo i meccanismi offensivi e le giuste geometrie, gli stessi sistemi che con Rossi non riuscivano a essere quasi mai incisivi. Non era la squadra ad avere delle mediocrità al suo interno, bensì i risultati erano frutto di scelte tecniche “azzardate”.
Donadoni riparte dal lavoro di Delio Rossi per costruire il suo progetto calcistico, andando a rivedere tutte le cose fatte dall’ex tecnico. Anzi, l’allenatore di Cisano Bergamasco ha potuto valutare con il suo stesso predecessore la migliore via per iniziare il cammino a Bologna: vi è stata infatti una cena tra i due mister la sera prima della partita contro l’Atalanta. Un passaggio di timone informale, dove sicuramente Rossi ha spiegato al meglio tutti i pregi e difetti della squadra.
L’ex allenatore del Parma si trova davanti una squadra giovane e inesperta, ma dimostra di credere nel potenziale dei suoi ragazzi. Se il presente sono Giaccherini e Destro, il futuro dipende dai volti di Diawara e Masina. I due giocatori (anch’essi decisivi con l’Atalanta) hanno una carriera rosea davanti agli occhi secondo Donadoni, raccogliendo anche i complimenti di grandi campioni come Costacurta e Del Piero.
Essere una squadra giovane non è visto come un limite dall’attuale tecnico, anche se tutto ciò non toglie che il cammino alla salvezza sarà lungo e difficile. E’ innegabile che ancora ci sia tanto lavoro da fare sui ragazzi, ma Donadoni può rivelarsi la scelta giusta al momento giusto. L’obiettivo primario per il tecnico è la salvezza, ma invita i tifosi a sognare anche ulteriori traguardi della squadra da raggiungere con il tempo: una presenza dei rossoblù nelle coppe europee, che alla città bolognese manca da troppi anni.
Per fare tutto ciò, il club deve ripartire da gol pesanti che portano punti: quindi marcature che devono arrivare da un bomber di razza come Destro. Donadoni fa partire la sua esperienza bolognese da lui, rimotivandolo e sperando che il desiderio dell’Azzurro aiuti il giocatore in area di rigore: contro i bergamaschi la fiducia è stata ripagata.
L’entusiasmo si è riacceso anche dentro alla società e nei volti vicino a essa. La scelta di Saputo e Corvino pare convincente e anche ex dirigenti della squadra come Baraldi ne sono convinti: “Mi aspettavo una reazione positiva della squadra. Donadoni ha esperienza e grande carisma e credo che abbia portato serenità. La società con la sua scelta ha puntato su una certezza per il progetto in cui crede, ha investito su un allenatore importante con un contratto lungo, dando un segnale importante a tutto l’ambiente”.
Il futuro, nonostante le difficoltà, inizia in discesa per il tecnico: sarà molto interessante vedere quali risultati sarà capace di portare questa giovanissima squadra alla fine del campionato.