Lennartsson, Göteborg: “Non c’è spiegazione logica”

Non ci vogliamo certo nascondere, oggi: avevamo pronosticato, qualche tempo fa, il Göteborg campione di Svezia. E, come noi, lo avevano fatto in tanti. La squadra diretta dal rude Lennartsson ci era apparsa più quadrata, figlia della mentalità vincente del suo allenatore, con una maggiore capacità di concentrarsi, sempre concreta. Ce ne aveva dato prova tante volte, non ultima la scorsa settimana: sotto di una rete con i rivali di sempre, in trasferta, aveva mantenuto il controllo della situazione, rovesciando il risultato, e gettando nella costernazione decine di migliaia di tifosi Gnaget. 

Blåvitt, sulla carta, avevano l’impegno più semplice: battere in casa un Kalmar, ormai senza stimoli, e aspettare notizie positive da Malmö, dove i padroni di casa avevano bisogno almeno di un pari per guadagnarsi il quarto posto, che valeva l’Europa. Com’è finita, lo sappiamo. E l’immagine, qua sopra, di Lennartsson in lacrime, pensavamo non l’avremmo mai vista. Perché, intanto, l’uomo di Växjö non è troppo incline ai sentimentalismi. E poi, perché da mesi si attendeva il crollo dei neocampioni. Crollo che, invece, non è mai avvenuto. Persino dopo la sconfitta di Borås, scrivemmo che erano caduti in piedi. Perché, purtroppo per Lennartsson, i Kamraterna avevano buttato via due punti preziosi in casa contro l’Halmstad.

In Italia abbiamo la sindrome del biscotto, quando parliamo di calcio scandinavo: e molti hanno ironizzato, quando hanno saputo che Danimarca-Svezia sarà lo spareggio per la qualificazione a Euro2016. In realtà, in questa fase finale, tutte hanno fatto il loro: dell’Halmstad abbiamo già parlato. Ma, anche oggi, il Kalmar ha giocato la sua partita, restando imbattuto al Gamla Ullevi. Il Malmö è uscito perdente, non certo per fare dispiacere al Göteborg: è fuori dall’Europa, con questa sconfitta. Un prezzo troppo oneroso, per non vedere festeggiare i Blåvitt, non certamente cercato e voluto da giocatori, allenatore e Società. Il Djurgården, due settimane fa, ha impegnato a fondo i Kamraterna, ottenendo un pareggio che avrebbe potuto mettere la Lennart Johansson Pokal nelle mani dei rivali Gnaget. Insomma, una bella lezione di correttezza sportiva, lontana anni luce da certe partite di serie A, che abbiamo visto in questi anni.

Al Gamla Ullevi, si era convinti di farcela. Poi, tutto si è smantellato, passo dopo passo, nella prima mezz’ora. L’espulsione di Rosenberg, a Malmö, al 5′. Il vantaggio del Kalmar, con Eriksson, al 16′ e, al 30′, l’unghiata di Kujović agli Himmelsblått. Il raddoppio del Kalmar, al 40′, è stato conseguenza, più che causa. “Det finns ingen logisk förklaring” ha detto Lennartsson, a fine partita, per spiegare il primo tempo. La ripresa, ha lasciato le cose come stavano.

In ogni caso, nessuno, a Göteborg, ha cercato scuse nei cartellini rossi di Malmö. In realtà, la sconfitta viene da lontano, si trova nelle pieghe dell’andamento complessivo del campionato, che aveva visto, alla partenza, i biancoblù solidissimi, soprattutto dietro. 5 solo le reti incassate, al momento della pausa di Midsommar. ” Anfall vinner matcher, försvar vinner mästerskap” (l’attacco fa vincere le partite, la difesa i campionati”) è una filosofia che si applica anche in Svezia. Certo, nella fase finale, al Göteborg, è mancato qualcosa. La fantasia davanti, con la cessione di Vibe, l’infortunio a Rogne: tutto quanto, alla fine, ha avuto il suo peso. Oggi, a un certo punto, la tattica dei Blåvitt era passare la palla a Rieks, e poi vedere cosa succedeva. Una sorta di guscio vuoto.

E adesso? La squadra può ancora far bene il prossimo anno; ma, sicuramente, non ringiovanirà. Bisognerà rinforzarsi, ma conta molto anche l’aspetto economico: i grandi giocatori hanno costi elevati. La sensazione è che questa fosse la grande occasione, il perfetto equilibrio tra gioco, allenatore, interpreti. Di sicuro, la delusione è forte: le lacrime di Salomonsson e il viso di Lennartsson, apparso (per la prima volta forse), non rude ma del tutto umano nella sconfitta, a fine partita, hanno fatto pensare a una storia finita male, che si sta per chiudere. Vedremo, nei prossimi giorni, cosa deciderà la dirigenza dei Kamraterna