È arrivato con il beneplacito di pochi addetti al circus tra piloti e tecnici, è stato messo fin da subito sotto la lente di ingrandimento, memori tutti dello show prodotto dal comunque giovane Grosjean al suo primo anno in Formula 1, è diventato uno dei profili più interessanti di questa stagione, dimostrando non solo di saper competere ad altissimi livelli, ma anche di far tornare un po’ di brio e lucentezza a uno sport sempre più meccanizzato.
Verstappen ha certamente sorpreso tutti e con buone probabilità anche se stesso: a tre gare dal sipario, in termini di risultati ha ottenuto 45 punti, più del doppio del compagno di squadra, affacciandosi due volte sulla zona podio, in termini di prestazioni ha stregato la sua capacità di lottare nel corpo a corpo, ha impressionato il margine di errore ridottissimo e ha entusiasmato la qualità di alcuni sorpassi.
Il ragazzino insomma ci sa fare e ha già fatto ricredere un po’ tutti, soprattutto coloro che vedevano l’ombra importante del padre sulla scelta del suo ingaggio; Verstappen ha incassato, zitto e concentrato weekend dopo weekend, e ha conquistato il rispetto di tutti, nonostante in Italia non avrebbe potuto guidare per strada e negli Stati Uniti non potrebbe bere alcolici ancora per tre anni, giusto per rendere l’idea.
C’è un’età per tutto. Vero, verissimo, ma a volte ci sono le classiche eccezioni che confermano la regola: chi lo conosceva bene dalle categorie minori era convinto che avrebbe avuto una carriera importante, oggi hanno scavalcato il muro delle perplessità in tanti altri. Solo il tempo, come sempre, attribuirà un giudizio definitivo.
La Red Bull, intanto, se lo tiene stretto sul sedile della sorella minore italiana che dopo aver sfornato Vettel e Ricciardo ha superato ogni limite di lungimiranza. Verstappen ora è chiamato alla prova più importante, quella della costanza di rendimento, ma dopo una stagione come questa, il pilota tascabile venuto dal Belgio potrà continuare il proprio percorso di crescita con molta meno pressione. Veel geluk Max.