NBA 2015/2016: l’analisi della Western Conference

La stagione NBA è ormai alle porte. Lo spettacolo del basket a stelle e strisce sta per cominciare. Una lunghissima stagione tra schiacciate, tiri da tre, record, assist, giocate spettacolari ma anche sconfitte, lacrime, infortuni e per finire i tanto attesi Playoffs. Una stagione che abbiamo voluto analizzare e dividere in due parti, Eastern e Western Conference. In questo articolo proveremo a dire la nostra sulle squadre del pazzo, pazzo West.

GOLDEN STATE WARRIORS

I campioni in carica, dopo il cammino strepitoso della scorsa stagione vorranno ripetersi e le possibiltà ci sono tutte, più esperienza, più consapevolezza anche per coach Kerr e un Nash in più assistant coach che può essere la manna per Curry e compagni. Uno starting five con Curry, Thompson, Green, Iguodala e Barnes non tutti se lo possono permettere, certo che la lotta in western conference sarà dura, ma il repeat è tutt’altro che impossibile.

HOUSTON ROCKETS

I vicecampioni a ovest d McHale ripartono da una delle coppie più affiatate della NBA: James Harden (il quasi MVP della passata stagione) e un Howard ormai maturato nella terra di Olajuwon. L’innesto dell’ex Nuggets Ty Lawson, poi, potrebbe essere la mossa vincente per una franchigia che aveva bisogno come il pane di un playmaker, per non costringere il solo “barba” a fari carico di quasi ogni possesso. Occhio anche al veterano “Jet” Terry e ai soliti Ariza, Beverley e Jones, spesso devastanti nella passata stagione.

LOS ANGELES CLIPPERS

Un roster impressionante che non ha nulla da invidiare ai vari Warriors, Spurs, Rockets e Thunder. Dopo il suicidio sportivo in semifinale dell’anno scorso gli angeleni hanno il dovere di riprovarci. Lob city forte dei big three: Paul, Griffin e Jordan e dei nuovi arrivati Johnson, Stephenson e Pierce può tranquillamente ambire al titolo, anche se a coach Rivers servirà tutta la sua esperienza per gestire un gruppo tutt’altro che facile, nonostante sulla carta sia tra i primi quattro della intera lega americana.

MEMPHIS GRIZZLIES

Partono quasi sempre in sordina e poi zitti, zitti sono sempre a lottare. Forse i ragazzi del Tennessee sono quelli che hanno messo la passata stagione più in difficoltà i Warriors, e magari senza infortuni avrebbero potuto compiere passi da gigante. Oltre ai soliti noti Gasol e Randolph da sottolineare per la squadra di coach Joerger l’arrivo di Matt Barnes, tiratore che sicuramente serviva agli orsi americani. Ripetere l’annata della scorsa stagione non sarà facile, ma un posto nei playoff per Memphis se non è garantito poco ci manca.

SAN ANTONIO SPURS

La squadra di coach Popovich dopo l’eliminazione al primo turno dei playoff della scorsa stagione vuole vendicarsi e per farlo a contribuire al sogno sesto anello ci saranno un Aldridge e un West in più (mica male). I bookmakers li mettono subito sotto ai Warriors come dominatori dell’ovest, ma, come ogni anno in Texas bisognerà valutare le condizioni fisiche dell’ormai eterno Duncan e soprattutto bisognerà ritrovare Tony Parker, uscito malconcio dall’esperienza dell’Eurobasket. Il roster è ampio e completo ma serviranno tanti fattori per permettere ai neroargento di scalzare dal trono Curry e compagni.

NEW ORLEANS PELICANS

“Il futuro ha il monosopracciglio” Flavio Tranquillo dixit. Eh beh, come dargli torto, quasi da solo Anthony Davis ha portato l’anno scorso New Orleans ai playoff e quest’anno non sembra intenzionato a fermarsi, cresciuto muscolarmente in palestra e migliorato nel tiro, quello che oggi è considerato in prospettiva futura il giocatore che dominerà la lega dovrebbe centrare anche la prossima stagione i playoff. La squadra non è da titolo, ma, i vari Evans, Asik, Holiday e Cole non sono poi nemmeno così malaccio per il traguardo minimo di coach Gentry.

PORTLAND TRAIL BLAZERS

I playoff, invece, possono tranquillamente scordarsegli gli smantellati uomini dell’Oregon. Lillard e poco altro sotto la guida di coach Stotts, troppe illustri partenze e solo Mason Plumlee tra gli arrivi di qualità per una delle franchigie migliori negli ultimi anni in Western Conference. Anno di ricostruzione e di lavoro in prospettiva futura.

DALLAS MAVERICKS

Sedotti e abbandonati da Jordan i Mavericks di Cuban non sono squadra che demordono, anche quest’anno le possibilità di playoff (ma certamente non da titolo) ci sono tutte. Un Deron Williams in più fa sempre comodo e il “giovanotto” Nowitzki pare non abbia intenzione di smettere di fare canestri importanti. Fondamentale sarà anche il contributo dei vari Matthews e Parsons e chissà (noi non ci arrendiamo mai) dell’eterna promessa Javal McGee. Al veterano Carlisle l’ardua sentenza.

OKLAHOMA CITY THUNDER

Se c’è una squadra che può scombinare i piani di tutto l’ovest sono di certo gli Okc Thunder di Kevin Durant. Il talento nato a Washington, praticamente out tutta la scorsa stagione farà di tutto per riportare Westbrook e compagni a lottare per il tanto bramato anello. Sulla carta il roster dei Thunder non vale quello dei sopracitati Warriors, Spurs e Clippers, ma Durant è tutt’altro che un tipo arrendevole e se Westbrook si ripeterà dopo una stagione favolosa quasi in tripla doppia, allora sì che l’anello potrebbe non essere più una chimera per gli eterni secondi.

PHOENIX SUNS

Squadra divertente e che lotterà per un piazzamento nei playoff come nella passata stagione, solo che non sarà facile. La Western Conference è un territorio pazzo, selvaggio e in crescita. L’ottava piazza è l’obbiettivo minimo di coach Hornacek che si affiderà oltre all’ottimo Morris al nuovo acquisto Chandler, forse il centro che serviva in Arizona. Booker, Knight e Bledsoe completano uno starting five niente male che però dovrà sudarsela per ricevere le giuste soddisfazioni.

SACRAMENTO KINGS

Tanti cambiamenti ed un’unica certezza: Cousins. I californiani sono un punto interrogativo, nuovi arrivi e di livello come Rajon Rondo (probabile crocevia dei Kings) e il nostro Marco Belinelli, ormai certezza oltreoceano e sempre più convinto dei propri mezzi dopo il titolo agli Spurs e le ottime prove a Eurobasket 2015. Coach Karl avrà tra le sue fila anche la scommessa Seth Curry (fratello di Steph) e l’esperto Rudy Gay. Tentare la qualificazione ai playoff è un obbligo, ma anche qui è impresa tutt’altro che scritta.

DENVER NUGGETS

In Colorado si respira aria di innovazione e di crescita. Coach Malone si affiderà al talento del nostro Danilo Gallinari, ormai stella assoluta della NBA e leader dei Nuggets oltre che della nostra nazionale. Accanto a lui per provare a centare una qualificazione ai playoff il solito “manimal” Faried, da valutare, invece, l’impatto che avranno Jokic e Mudiay in squadra. Non è da discutere, ma, è una certezza Wilson Chandlers, giocatore di assoluto livello e tiratore di tutto rispetto.

UTAH JAZZ

Squadra giovane per coach Snyder e senza troppe pretese. La stella rimane Hayward, mentre Gobert e Exum sono le certezze di un quintetto base di tutto rispetto, ma che probabilmente non farà strada più di tanto nel corso della stagione. Attenzione anche al solito Burke e Elijah Millsap (fratello minore di Paul degli Hawks) di cui si parla un gran bene.

LOS ANGELES LAKERS

L’ultimo anno di Kobe Bryant è forse la cosa più rilevante della prossima stagione dei gialloviola. L’arrivo di Hibbert e il draftato D’Angelo non potranno di certo bastare ai Lakers per cambiare marcia dopo anni di magra. La speranza è che Kobe questa stagione stia bene a livello fisico e provi a caricare i compagni per una stagione dignitosa e da Lakers, che da qualche anno sembrano aver smarrito la bussola. Coach Scott avrà anche quest’anno una bella gatta da pelare.

MINNESOTA TIMBERWOLVES

Chiudiamo il nostro viaggio nella Western Conference con i Minnesota Timberwolves di Saunders. Il futuro è loro, ma il presente ( a meno di clamorosi ribaltoni, no). Il veterano Garnett proverà a far crescere attorno a se i vari Wiggins, Towns e LaVine. Servirà un anno di carattere invece per Rubio e Martin che devono dimostrare con continuità il loro valore, attenzione e un occhio di riguardo invece, va dato a Bjelica, protagonista assoluto assieme a Teodosic con la sua Serbia e giocatore dal valore assoluto.