Tennis, Ubaldo Scanagatta: “Non so se riuscirò a far cambiare idea a Flavia Pennetta”

Stile impeccabile, aneddoto sempre pronto e il temperamento tipico di un grande appassionato prima che giornalista: Ubaldo Scanagatta ha inaugurato – assieme all’ex tennista Raffaella Reggi – l’iniziativa “Bar Sport” in programma a Parma. La kermesse divulgativa a tema sportivo vedrà la partecipazioni di altri personaggi importanti dello sport italiano, tra cui l’ex pallavolista Andrea Zorzi, il figlio del compianto Giacinto Facchetti e Federico Buffa.

Il dibattito sviscerato diversi temi dell’universo della racchetta: dalle principali vette raggiunte dalla letteratura tennistica – tema fondante dell’incontro – alle difficoltà del movimento tennistico italiano maschile, al cospetto invece del grande momento vissuto da quello femminile e culminato nella recente vittoria di Flavia Pennetta gli US Open.

Proprio su Flavia Pennetta si è espresso il direttore di Ubitennis, esprimendo la sua perplessità sulla possibilità che la tennista possa cambiare idea sul ritiro a fine stagione; Raffaella Reggi – ultima azzurra a vincere gli Internazionali d’Italia – è sembrata dello stesso avviso, e ha aggiunto anche di condividere i tempi e modi scelti dalla brindisina per chiudere la sua carriera sportiva.

L’ex tennista azzurra ha anche detto la sua a proposito della biografia del tennista André Agassi, quel celebre “Open” che ha rivoluzionato il modo di raccontare lo sport. La Reggi ha approfittato della sua esperienza nella stessa accademia frequentata dal campione americano, quella fondata da Nick Bollettieri nel 1978, per stemperare ed esprmere il suo dissenso sulle critiche apparse nel libro a proposito dei metodi di Bollettieri. Ha poi confermato quanto lo stesso fondatore dell’accademia sia stato fondamentale per la sua crescita come tennista, e quanto meriti la fama costruita negli anni.

Scanagatta ha condiviso i dubbi espressi dalla stessa Reggi sullo stato di salute del tennis giovanile italiano: carenza di tecnici qualificati in grado di collaborare a tempo pieno con la federazione e mancanza di tennisti di spicco utili a fare da traino al resto del movimento sono state le principali cause identificate.

Sul maggior rendimento del tennis femminile unanimi i due intervistati: il gruppo di grandi tenniste venutosi a creare negli anni ha generato un effetto competitivo reciproco tale da indurre ognuna delle protagoniste a tirare fuori il massimo dalle proprie potenzialità. Questo ha portato la Errani a – quasi – emulare la Schiavone e il duo Pennetta-Vinci a scrivere la storia del tennis azzurro. Oltre, come ha sottolineato la Reggi, a una difficoltà ben superiore nell’emergere ad alti livelli nel circuito maschile.

Nelle ultime battute si è parlato anche dalla crisi di Rafa Nadal, di cui Scanagatta ha sottolineato il grande impatto come personaggio sportivo, e del dominio di Novak Djokovic, la cui popolarità tra i tifosi invece stenta a decollare a confronto con quella raggiunta da Roger Federer. Non sarebbe colpa del serbo, interprete di un tennis forse meno spettacolare per gli esteti di questo sport, ma “merito” del tennista svizzero che è riuscito a riportare in auge un tipo di tennis sepolto dai tempi. In chiusura Scanagatta si è detto convinto che questo sport non smetterà di evolversi, e che negli anni futuri è lecito aspettarsi nuovi cambiamenti atti – magari, ndr – a migliorare l’impatto che il tennis ha sull’opinione pubblica italiana.