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Torres Femminile, un mese dopo l’addio

E’ passato ormai poco più di un mese da quando il calcio in rosa ha detto addio alla sua formazione più titolata, la Torres Femminile di Domenichetti, Panico, Motta e Tona. Un mese in cui, dopo la mancata iscrizione della squadra sarda nella Serie A Femminile, si sono rincorse accuse, voci e polemiche. Cosa ha portato a tutto ciò e cosa è rimasto della società che ha rappresentato e rappresenta ancora per molti IL calcio italiano al femminile?

Parliamo prima del passato e partiamo dall’ex presidente ed ex Coordinatore del Calcio Femminile Leonardo Marras e dal suo pentimento: “E’ tutta colpa mia perchè mi mi sono fidato di una persona assolutamente inadeguata a gestire la Torres. Sto ancora cercando di smaltire l’amarezza. Ho commesso un errore. Mi sono fidato di una persona che ha cancellato in pochi mesi 25 anni di storia e di impegno sportivo e sociale. E’ la mia unica colpa e non so se riuscirò a perdonarmi.” Cerca di spiegare cosa sia successo anche l’ex tesoriere della Torres Giorgio Cherchi: “Alla fine del campionato 2013-2014 ci siamo resi conto che sarebbe stato difficile affrontare un’altra stagione. Il quel momento avevamo 170mila euro di debiti a fronte di crediti più o meno simili ma non immediatamente esigibili. In altre circostanze sarebbe bastato presentare in banca le delibere della Regione per ottenere un anticipo e tirare avanti, ma i tempi sono cambiati e tutto stava facendosi più difficile. Noi sapevamo di avere in mano una società sostanzialmente sana – anzi forse in attivo – ma di non avere la possibilità di anticipare il capitale. L’unica soluzione era trovare un partner e così quando Domenico Capitani, patron della Torres maschile, si è detto interessato abbiamo passato la mano.” Dopo questo passaggio di consegne la Regione Sardegna inserì la Torres femminile tra le società beneficiarie di un contributo straordinario legato a una serie di iniziative di copartnership per la promozione turistica e culturale dell’isola, ben 175 mila euro che hanno azzerato i debiti e consegnato a Capitani la squadra praticamente a costo zero. Ma qui cominciano i guai.

Il nuovo presidente, a conoscenza del bilancio, si fa preparare il progetto di promozione da una società continentale non soddisfacendo le richieste dell’assessorato e quindi i 175 mila euro restano nelle casse della Regione: la situazione precipita quando le giocatrici chiedono di essere pagate e la Lega dà loro ragione, costringendo Capitani a mettere mano al portafoglio, risarcendole ma fermandosi di fronte ad un debito residuo di 45 mila euro. Da lì in poi Capitani chiude i cordoni della borsa e la situazione precipita fino al 31 marzo, termine ultimo per saldare tutte le spettanze pena l’esclusione dal campionato di serie A 2015-2016. La Torres lascia trascorrere il termine cercando di nascondere in modo goffo la cosa e “dimenticando” nelle casse dell’assessorato allo Sport quasi 200 mila euro che attendono di essere incassati dalla Torres, 14.664,30 quale contributo per l’esercizio finanziario 2013-2014 e 187.560 per la stagione 2014-2015. E qui proprio non si capisce come sia possibile che Capitani abbia lasciato cancellare la squadra quando sarebbe bastato presentarsi in un banca con la lettera della Regione per incassare i soldi e salvare la squadra. A cosa bisogna pensare in un caso del genere? Al mancato passaggio di informazioni da una dirigenza all’altra, all’incompetenza di chi ha redatto le carte e si faceva preparare il progetto di promozione senza soddisfare le richieste dell’Assessorato allo Sport o ad una eventuale malafede? A qualunque cosa si pensi, ormai è inserito in un passato doloroso e non più modificabile.

Torniamo al presente. Quale è la situazione ora? Dall’11 settembre 2015 la sezione relativa al calcio femminile del sito ufficiale della Torres non è più aggiornata e si legge un solo comunicato stampa firmato da Capitani e datato 12 settembre 2015 in cui si fa riferimento a debiti pregressi non saldabili dalla attuale società. Peccato che Domenico Capitani però stia profondendo il massimo sforzo per salvare la società maschile, presentando nuove istanze presso il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni e dichiarando pubblicamente di essere un uomo solo al comando, senza nessuna cordata di capitani coraggiosi che vogliano salvare la società sarda. Per la Torres Femminile al momento è tutto immerso in un gigantesco nulla di fatto, con la squadra plurititolata ormai ufficialmente scomparsa dal calcio femminile senza nessun salvifico ripescaggio in Serie B con il testimone del calcio femminile sardo che passa alla Caprera, al Villacidro e all’Atletico Oristano che cercheranno di colmare un vuoto incredibile lasciato da un manipolo di persone non giudicabili. Non ci sono notizie in merito da oltre un mese e nulla sembra muoversi dal fronte della Torres maschile.