La Roma manca la volata più importante di questo inizio di stagione, facendosi rimontare due gol di vantaggio alla BayArena in un incontro che definire pazzo è soltanto un eufemismo. Torosidis la combina grossa in area di rigore e, sugli sviluppi di un cross, tocca il pallone con il braccio: è calcio di rigore. Trasforma Chicharito Hernández che, pochi minuti dopo, sfrutta un errore colossale della difesa giallorossa (Rudiger tiene in gioco il messicano di un paio di metri) e realizza la doppietta personale. Sembra già tutto finito, e invece no; capitan De Rossi non ci sta e riporta la Roma a contatto dei tedeschi con una doppietta, poi Pjanić su punizione e Iago Falque – ben servito da Gervinho – firmano l’allungo giallorosso in quella che sembra essere la rimonta più importante della stagione, quella che può spostare tutta l’inerzia a favore del club capitolino. Nulla da fare, invece, perché in un paio di minuti il Bayer Leverkusen pareggia e la delusione, per come si erano messe le cose, non può che essere enorme. Così come i rimpianti.
Come spiegare errori così banali e grossolani per una squadra che, in quanto a solidità difensiva, sembra essere ormai allo sbando? Nelle otto giornate di Serie A disputate la Roma ha subito gol in ben sette occasioni, lasciando a bocca asciutta soltanto il Frosinone; il conto diventa ancora più impietoso considerando la Champions League, con ben otto reti subite in tre partite. Paradossalmente la squadra che ha creato meno problemi ai giallorossi è stato il Barcellona campione d’Europa, affrontato in casa: premesso che il fattore casa non può essere l’unica giustificazione a una débâcle difensiva di tali dimensioni, qual è il problema quindi? Castan non sembra essersi ripreso a dovere dall’infortunio tanto che, in mancanza di Rudiger, Garcia ha preferito optare per De Rossi centrale difensivo. Torosidis non sembra essere esattamente il prototipo del terzino affidabile, o quanto meno non è il Maicon della stagione 2013/2014, quella delle dieci vittorie consecutive in apertura di Serie A. Digne poi è veramente ottimo in fase di spinta, ma va ancora educato tatticamente – e ha tutte le attenuanti del mondo, a partire dall’ambientamento al calcio italiano passando per la giovane età. L’unico a fornire davvero le giuste garanzie sembra essere Manolas, ma anche lui in questo inizio di campionato ha dato segni di non essere sempre concentrato al 100%.
Il rientro di Strootman avrebbe probabilmente spostato Florenzi definitivamente nel ruolo di terzino, e questo ha complicato i piani di Garcia. Ma se in estate si credeva che il ruolo di terzino destro non fosse un problema per la Roma, visto che Maicon, Torosidis e Florenzi avrebbero lottato per una sola maglia, Sabatini forse farebbe meglio a considerare l’eventualità di andare a investire parte del tesoretto invernale in quel ruolo: Maicon è ormai un ex giocatore, Torosidis come detto non ha la continuità per far bene in una stagione intera ad alto livello e Florenzi, invece, convince talmente tanto che il suo talento e la sua voglia di spaccare il mondo è utile anche in altri ruoli. E domenica c’è la Fiorentina, una formazione tutt’altro che arrendevole dal punto di vista dell’atteggiamento e improntata per avere un gioco offensivo dinamico (Kalinić è probabilmente il prototipo dell’attaccante moderno): senza dimenticare il dente avvelenato per le vicende di mercato relative a Salah, che passerà un pomeriggio non certo facile in quel di Firenze. Vincere vorrebbe dire scavalcare la viola e andare in testa alla classifica: ma quante volte negli ultimi anni la Roma si è fermata a un passo dall’impresa? Inizia forse a non essere un caso tutto ciò, e se l’ambiente giallorosso può caricare i giocatori in positivo, forse è altrettanto vero che l’eccesso di pressione porta ad aver paura di vincere, specie quando la linea del traguardo è sempre più vicina; che sia quella di una singola partita o di una stagione intera fa poca differenza.