La Ferrari tira le prime somme un anno dopo l’addio di Montezemolo

Il 13 ottobre 2014 è e rimarrà nella storia del cavallino una data storica: dopo quasi 23 anni di presidenza, Montezemolo ha abdicato in favore di Marchionne, lasciando, come da lui stesso dichiarato in più occasioni, non un gruppo di lavoro ma una famiglia. La Ferrari, sotto l’oculata guida di Montezemolo, ha attraversato momenti straordinari come i cinque titoli del mondiale piloti firmate in calce da Schumacher, un traguardo che mancava a Maranello da ben 21 anni.

Non tutte le grandi storie di sport, così come della vita, hanno però sempre un lieto fine e dopo sei anni disastrosi Montezemolo è stato di fatto costretto a cedere sedia, schienale e braccioli a Marchionne, pronto a prendere la palla al balzo senza risparmiare qualche stoccata al presidente uscente: “nessuno è indispensabile“.

Un anno dopo la Ferrari non è ancora in lotta per il titolo piloti e tanto meno per quello costruttori ma una rinfrescata alle stanze di Maranello dopo 23 anni andava data e così è stato: nessun proclama, nessuna sparata ma un piano di lavoro con degli obiettivi ben precisi e puntualmente raggiunti. Nel 2015 Marchionne aveva previsto 2/3 vittorie e una buona costanza a podio, una tabella di marcia totalmente rispettata con qualche picco di prestazione anche inaspettato come in Ungheria e a Singapore.

La nuova filosofia, perfettamente cucita addosso anche al nuovo Team Principal Arrivabene, ha subito portato i frutti sperati, segno che la strada è quella giusta ma il lavoro da fare è ancora tantissimo. La lungimiranza deve essere il prossimo step: la Ferrari, per storia, blasone e soprattutto risorse economiche, non può fermarsi a un paio di vittorie, ma ha l’obbligo di puntare anno dopo anno a entrambi i titoli. Il 2016 sarà la chiave della nuova gestione, un’altra stagione da comprimari renderebbe tutto il lavoro fatto fin qui un castello di carta da buttare giù alla prima brezza primaverile in quel di Melbourne.