Il Mozzanica alza la voce
Nelle scorse giornate così altalenanti per il calcio femminile italiano una delle poche voci fuori dal coro è stata quella del Presidente del Mozzanica Luigi Sarsilli, che aveva deciso di far giocare la sua formazione nonostante lo sciopero: il rientro dello stesso ha costretto la squadra bergamasca a spostare a ieri la trasferta in Puglia contro la Pink Bari, causando malcontento e dissapore in quel di Bergamo. Malcontento che si è materializzato in un comunicato stampa sul sito ufficiale del Mozzanica che riportiamo: “Non si gioca, si gioca, non si gioca, si gioca.
Dopo tanta indecisione finalmente si gioca, la serie A femminile scende in campo in formato spezzatino.
Anche Bari – Mozzanica si giocherà! ma come?
I biglietti aerei comprati non sono rimborsabili e ci rimangono 48 ore per organizzare la trasferta (900 km) più disagiata del torneo, 10 ore di treno (voli aerei non disponibili), e giornata di lavoro persa!
In questi giorni si è parlato anzi sparlato tanto, in televisione, su internet, sui social network e anche nei campi con una visita inopportuna di sindacalisti dell’ultimo minuto, senza nessun preavviso alle società.
Son 13 anni che lotto per il calcio femminile, 13 anni in cui ho dato tutto, ho fatto crescere la società come una figlia. Quando mi hanno comunicato che avremmo perso 4 punti avevo già firmato il ritiro della squadra, perchè ritenevo e lo ritengo uno sciopero sbagliato, se poi saranno confermate le dichiarazione del collega Mencucci, presidente della Fiorentina, il mio rammarico sarà ancora maggiore.
In 62 anni non ho mai trovato tanta omertà, non sono mai stato contrario a forme di protesta forti, ma dove ognuno rischiava del proprio non sulla pelle degli altri! i 4 punti di penalità erano un fardello troppo pesante anche per squadre ben attrezzate come la nostra.
Al contrario di quanto la delegata AIC voleva far credere, non tutte le squadre avevano aderito, non tutte le giocatrici erano d’accordo. Adesso, ci penseranno i sindacati a rimborsare i biglietti? compreso le giornate di lavoro? e saranno sempre loro a ricostruire l’ormai deteriorato rapporto società-atlete?
Quanto ai salvatori della patria che con comunicati roboanti si schierano a favore dello sciopero solo dopo aver intuito di poter giocare, preferisco non parlarne.
Ero un presidente felice, coerente ed orgoglioso di quanto costruito, un amico di tanti, da oggi sarò un presidente e anche molto severo… ognuno si prenderà le proprie responsabilità!”