ATP Masters 1000 Shanghai, semifinali: è un Djokovic-deluxe, Murray demolito

Djokovic b. Murray 6-1, 6-3

Si trattava dell’avversario più quotato incontrato da Djokovic nel post-US Open, ma questo Murray non è stato neanche lontanamente sufficiente per sbarrargli la strada: il dominatore incontrastato del circuito ha sconfitto facilmente anche lo scozzese, certificando quanto sia vasto il divario anche rispetto al secondo tennista più forte secondo le classifiche.

Una schiacciante prova di forza – l’ennesima – da parte del tennista serbo, che ha dominato Murray sotto ogni punto di vista, esprimendo anche un gioco molto più offensivo rispetto ai suoi standard. È evidente l’agio con cui Djokovic calca i campi della tournèe asiatica, almeno quanto il suo brillante stato di forma che sembra innalzarlo a un livello tennistico quasi impossibile da raggiungere per i suoi contendenti – a parte forse il miglior Federer.

Nel primo set Murray si accontenta di portare a casa il primo game, poi esce di scena: Djokovic imperversa con ogni colpo e non lascia modo al suo avversario di reagire, infilando un parziale di 6 game consecutivi. A servizio il serbo cede un solo punto in tutto il parziale, e in risposta pratica un pressing asfissiante. Lo scozzese appare inerme, oltre che visibilmente stizzito per l’andamento dell’incontro: inizia così a sbagliare anche le esecuzioni più banali facilitando ulteriormente il compito al suo avversario.

Il secondo set vede il britannico partire forte, con un break immediato: potrebbe essere il preludio a una svolta dell’incontro, invece un Djokovic imperturbabile recupera il break subito e si porta a sua volta in vantaggio, strappando il servizio al suo avversario nel game che gli vale il 3-1. A questo punto Murray riesce a ritrovare livello di tennis sufficiente a evitare che il parziale diventi più ingeneroso, ma in campo continua a non esserci reale contesa con il serbo che non soffre praticamente più sul suo servizio, e anzi si guadagna un match point sul 5-2 e servizio per lo scozzese, che annullandolo riesce soltanto a prolungare l’incontro di un game. Il 6-3 è il sigillo su una prestazione perfetta del n.1 del mondo, che attualmente sembra imbattibile.

Tsonga b. Nadal 6-4, 0-6, 7-5

Grande exploit per Jo-Wilfried Tsonga, che sconfigge Nadal e torna in finale in un Masters 1000 dopo Toronto 2014. Lo spagnolo abbandona l’Asia con un bilancio comunque positivo, considerando la finale raggiunta a Pechino (e persa solo contro un super-Djokovic).

L’incontro è godibile, intenso e oltremodo ricco di capovolgimenti di fronte. Il primo set è probabilmente il più equilibrato: i primi quattro game sono di studio, con Nadal che cerca la migliore profondità con il diritto e il francese subito molto performante a servizio. Il punto di rottura arriva nel quinto game: Tsonga approfitta di un paio di seconde tenere di Nadal e si guadagna due palle break, lo spagnolo annulla ma deve capitolare alla terza. Sul 4-3 Tsonga lo spagnolo fallisce due occasioni per rientrare nel set, il francese schiva il pericolo e chiude 6-4 con pieno merito.

Poi accade l’inverosimile: Tsonga per un set esce dal campo – col senno di poi forse per recuperare energie – e Nadal cresce notevolmente col suo colpo di riferimento, il diritto a sventaglio. Sono 6 game a senso unico, con il francese che riesce a sbagliare tutto lo sbagliabile lasciando il campo a un Nadal finalmente positivo anche nel linguaggio del corpo.

Il verdetto è rimandato al terzo set, quando si ha anche il piacere di rivedere in campo Jo-Wilfried. Ed è un gran set quello disputato dal francese, che nei suoi turni di servizio torna a lasciare le briciole a Nadal; si vedono anche i colpi migliori, e più che la paura di perdere sembra la voglia di vincere a predominare. Nadal accusa un piccolo cedimento atletico nelle battute finali mentre Tsonga è rinvigorito dal set di “riposo”, ed è questo probabilmente il dettaglio che decide l’incontro: sul 5-5 arriva l’allungo decisivo del francese che porta il pubblico dalla sua parte con la sua solita teatralità e chiude in suo favore una semifinale bella e combattuta.

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Alessandro Stella