Home » MondoPallone Racconta… Il riscatto dell’Albania

Finalmente, dopo un isolamento che durava dall’inizio delle grandi manifestazioni internazionali, l’Albania è riuscita a conquistare un posto al sole. La storica qualificazione ad Euro 2016, giunta matematicamente con una gara d’anticipo, ha proiettato nel mito il “nostro” C.T. De Biasi ed i suoi uomini. Ripercorriamo le tappe di questa favola a lieto fine, partendo da lontano.

Gli anni dell’oblìo

Dal punto di vista storico-calcistico, l’Albania rientra da sempre nel novero delle “piccole” del movimento europeo: sia per la poca consistenza dei risultati ottenuti, che per la rara produzione di giocatori di valore. Ad oggi, si può dire – senza paura di smentite – che non sia ancora nato il primo grande fuoriclasse di questo paese. Un serbatoio discreto ma insufficiente a certi livelli, proprio come l’esperienza dei suoi giocatori nei campionati più importanti del Vecchio Continente. Negli ultimi 15 anni il trend è cambiato, ed i frutti stanno finalmente arrivando. Con la consapevolezza ed il valore aggiunto che solo la militanza in Serie A, Bundesliga, Ligue 1, ecc. possono dare, i nazionali albanesi si sono fatti trovare pronti all’appuntamento con la leggenda. Superfluo ricordare che dal via della Coppa del Mondo (1930) e degli Europei (1960), non era mai arrivata la qualificazione alla fase finale. Quale miglior calciatore albanese, eletto Golden Player al Giubileo UEFA 2003, viene riconosciuto Panajot Pano, centrocampista offensivo attivo tra il 1957 ed il 1975. Nella nostra Serie A, è stato buon protagonista Naim Krieziu, scudettato con la Roma nel 1942. Negli anni Ottanta e Novanta l’esponente più conosciuto è stato Sulejman Demollari, attivo in patria, Romania, Grecia ed Ungheria ed attuale tecnico della Dinamo Bucarest.

Panajot Pano contro il tedesco occidentale Höttges, 1967
Panajot Pano contro il tedesco occidentale Höttges, 1967

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Risveglio e saccheggio

Un timido segnale venne regalato da un calciatore albanese con il terzo posto di Kliton Bozgo (29 reti con il Tomori) nella Scarpa d’Oro 1990-91. Con l’arrivo del nuovo secolo, hanno iniziato a moltiplicarsi i calciatori albanesi in giro per l’Europa, alcuni dei quali nei tornei più prestigiosi. E quindi i vari Igli Tare, Rudi Vata, Erjon Bogdani, Bledar Kola, Sokol Kushta, Altin Lala, Altin Rraklli, Ervin Skela, Foto Strakosha. Ma non era ancora abbastanza. Una consistente zavorra alle ambizioni della Nazionale in maglia rossa è arrivata negli ultimi anni con le polemiche legate alle scelte internazionali di numerosi talenti, legati al paese per origini proprie o dei familiari, ma “fuggiti” verso altre rappresentative: Xherdan Shaqiri, Valon Behrami, Granit Xhaka, Blerim Džemaili, Pajtim Kasami, Admir Mehmedi, Albert Bunjaku, tutti passati a vestire la casacca della Svizzera.

La campagna per Euro 2016

Nel 2011 è stato chiamato in panchina l’italiano Gianni De Biasi (diventato ora anche cittadino albanese), che ha portato con sé alcuni connazionali nel suo staff, tra cui il vice Paolo Tramezzani. Al calcio d’avvio delle eliminatorie per Euro 2016 è arrivato subito un risultato shock, con la vittoria in Portogallo per 1-0 grazie al gol di Balaj. Sono arrivati in seguito l’1-1 in casa con la Serbia ed il famoso 3-0 a tavolino con la Serbia causato dal drone volato a Belgrado con la bandiera albanese, causa di incidenti. Un’altra vittoria a marzo 2015 contro l’Armenia ed un pari in Danimarca hanno iniziato a far sognare in grande l’Albania: risultati importanti, a cui hanno fatto da contraltare i due stop consecutivi tra le mura amiche con Portogallo e Serbia. Alla fine, il 3-0 liberatorio di Yerevan in casa armena ha sancito il secondo posto matematico e la storica prima qualificazione continentale. Una data che gli sportivi albanesi non dimenticheranno: 11 ottobre 2015. Da non dimenticare anche il risultato di prestigio ottenuto in amichevole con la Francia a giugno, 1-0 firmato da Ergys Kaçe.

Gianni De Biasi
Gianni De Biasi

 

 

 

 

 

 

 

E ora?

Accolti al ritorno in patria dal premier Edi Rama e festeggiati come eroi, i giocatori della Nazionale si chiedono come sarà questa grande avventura. E gli addetti ai lavori invece si interrogano su cosa succederà ora in Francia fra dieci mesi. L’imperativo sarà quello di evitare brutte figure, senza pretendere risultato alcuno. La grande vittoria è già arrivata. Riusciranno Lorik Cana e compagni a farsi valere sui campi di Euro 2016?