Anche l’arancione sbiadisce
C’era una volta l’Olanda di Van Basten e Gullit, quella che nel 1988 riuscì a conquistare l’Europeo da outsider e portò a casa il primo – e unico – grande trofeo della sua storia.
C’era una volta l’Olanda di Snejider e Robben, capace di raggiungere la finale del Mondiale 2010 e a resistere fino ai supplementari – rischiando anche di vincere – contro la Spagna campione.
C’era una volta il calcio totale che portò l’Olanda a giocarsi per ben due volte consecutive – nel 1974 contro la Germania e nel 1978 contro l’Argentina – il titolo mondiale.
Adesso, di totale, c’è solo il fallimento ottenuto da una Nazionale che non ha saputo rinnovarsi e che deve, per forza di cose, raccogliere i frutti marci di una gestione tutt’altro che impeccabile. Hiddink prima e Blind poi non sono stati in grado di dare un gioco solido e convincente agli arancioni, troppo fragili difensivamente e forse troppo Robben-dipendenti. In un girone tutto sommato abbordabile, in cui erano inserite sì le outsider Turchia e Repubblica Ceca, ma anche la sorprendente Islanda, gli olandesi hanno raccolto solo dieci miseri punti: troppo poco per chi, nelle qualificazioni a Brasile 2014, aveva rasentato la perfezione finendo senza sconfitte e ottenendo nove vittorie e un pareggio.
Le sconfitte sono state ben cinque e tutte negli scontri diretti (due contro i cechi, due con gli islandesi, una con i turchi), tantissime per chi era considerata alla vigilia come la squadra “da battere” del girone A. Eppure, dal punto di vista tecnico, il movimento calcistico ha sempre prodotto eccellenti giocatori: magari non avranno più i fuoriclasse del passato, ma i vari Van Persie, Snejider, Depay, De Vrij sono calciatori di livello internazionale che giocherebbero titolari in qualsiasi Nazionale europea.
I Paesi Bassi – stavolta di nome e di fatto visto il punto basso, anzi bassissimo raggiunto – mancheranno in un Europeo allargato (il primo a 24 squadre) in cui sarebbero stati addirittura testa di serie ai sorteggi e una delle formazione ritenute favorite per la vittoria finale. La crisi del calcio olandese è chiara, anche se appare troppo riduttivo scagliarsi contro chi l’ha guidata. Quando si perde, soprattutto, le colpe vanno sempre equamente divise e i calciatori non ne sono immuni. Il primo paletto sarà capire da cosa e da chi ripartiranno la Federazione e, di conseguenza, il nuovo tecnico: probabilmente il tempo di preparare un Europeo che non c’è servirà agli arancioni per rinfondare e tornare a essere competitivi.