Franck Ribéry è tornato: Guardiola ritrova il suo diamante pazzo

Il rischio c’è stato. Franck Ribéry è andato a un millimetro dal ritiro anticipato per colpa di una caviglia che non voleva saperne di guarire. Il Bayern Monaco è intervenuto in estate assicurandosi Douglas Costa, alter ego proveniente dal Rio Grande, e sulla corsia di destra lo juventino Kingsley Coman (prestito biennale con riscatto a 28 mln). Sette mesi di assenza, periodo nel quale Ribéry è stato un poco dimenticato dalla stampa tedesca; sette mesi nei quali il diamante pazzo di Boulogne-sur-Mer si è allenato da solo, senza la palla, la fedele compagna di una vita. Non c’è cosa peggiore per un professionista nel vivere forzatamente isolato quando i compagni giocano e li vedi, li senti ridere e divertire, dalla tribuna dell’Allianz Arena come nei campi periferici di Säbener Straße.

Il rischio è passato. Superato, cassato con un’incredibile e mai doma forza di volontà. Ne è passato di tempo da quel maledetto marzo, mese che solitamente toglie l’inverno e restituisce la primavera alla Baviera mentre nel 2015 tolse Ribéry al Bayern. Gli infortuni in ruoli cardine del gioco impedirono a Guardiola di poter gareggiare su tre fronti, e assieme al diamante se ne stette fuori anche Robben. Privi dei due terzi dell’attacco e con i soli Müller e Lewandowski, i biancorossi furono battuti dal Barcellona in semifinale.

Il rischio e la paura fortificano se superati. Ribéry può iniziare serenamente il percorso finale di carriera perchè la caviglia non fa più male grazie a un macchinario – brevettato dalla NASA – capace di ridurre i microtraumi della corsa dell’80% permettendo, quindi, un rigenerazione più rapida e meno traumatica ai fasci muscolari. Ribéry smetterà di giocare solo quando il suo fisico non gli consentirà più delle prestazioni di livello massimo: fino a quel momento il diamante pazzo di Guardiola continuerà a brillare sui campi da calcio.