A Lugano sta per riaprire Zemanlandia, a Chiasso arriva l’Inter
Forse, questa volta, potrebbe essere quella buona. Venerdì, alla vigilia della partita con il Lucerna, Zeman aveva parlato chiaro: “Voglio più determinazione.” La squadra, a Lucerna, ha giocato un’ora di calcio “da Zeman”: aggressività, sovrapposizioni, tiri verso la porta. I biancoblù, quarti in classifica, storditi dal ritmo bianconero. Occasioni da rete in sequenza (compreso un palo colto da Datković), 6 corner, tutto nella prima frazione. Poi, nella ripresa, cinque minuti (soprattutto per il portiere Russo…) da dimenticare. Ma, questa volta, il Lugano ha mostrato i denti, e ha trovato, nei minuti di recupero, il gol del pareggio: il sinistro rasoterra, da fuori area, di Čulina, è davvero pregevole, soprattutto per la precisione chirurgica; non solo, tutta l’azione dimostra la superiorità fisico-atletica dei ticinesi in quel momento dell’incontro, con i giocatori svizzero-tedeschi incapaci di chiudere sull’attaccante croato. Insomma, una piccola Zemanlandia: proprio quella che sognavano i tifosi, e il presidente Renzetti. Finalmente sono stati tolti i lucchetti alla giostra? Sulle rive del Ceresio se lo augurano tutti…
Ci sono stati anche cinque minuti “da Lugano”: sull’azione del gol del pareggio, Russo, sulla conclusione non irresistibile di Thiesson, non ha coperto il suo palo, e, cinque minuti dopo, non è uscito sul cross di Jantscher: Schneuwly, alle spalle della difesa ticinese (piazzata in maniera, a dir poco, approssimativa…) ha così potuto colpire di testa indisturbato: sulla conclusione ravvicinata, il portiere di Angera ha trovato un mezzo miracolo, ma l’attaccante del Lucerna ha avuto poi buon gioco, tutto solo, a ribadire in rete la respinta corta dell’estremo difensore dei ticinesi. Questa volta, però, i bianconeri hanno tirato fuori gli attributi, come scrivevamo sopra, e, grazie anche a una buona condizione atletica, hanno insistito sino alla fine, trovando il meritato pareggio nei minuti di recupero. Il tutto, nonostante un Bottani meno incisivo del solito.
Zeman, in conferenza stampa, è apparso moderatamente soddisfatto: “Ho visto ancora degli errori, soprattutto dietro: abbiamo subito il pareggio al primo tiro nello specchio della porta. Tuttavia, non posso che essere soddisfatto della reazione di tutti, e di quanto visto nel primo tempo. Qualche settimana fa, questa partita l’avremmo persa. Dobbiamo fare esperienza: mi auguro che la squadra continui a crescere.” Insomma, cresce l’ottimismo: la sensazione diffusa è che, per la salvezza, ce la si possa giocare, perlomeno con le rivali dirette Vaduz e Thun. Con i bernesi, lo scontro diretto sarà il 25 ottobre, in trasferta nell’Oberland: vedremo se il boemo avrà visto giusto.
A Chiasso, invece, il momento non è dei migliori. I Momò, ancora in silenzio stampa, dopo un filotto negativo di quattro sconfitte (tre in campionato e una in Coppa svizzera) hanno finalmente mosso la classifica, ma c’è di che mugugnare. La squadra, infatti, impegnata in casa contro il Le Mont, e andata in svantaggio nella prima frazione, è riuscita a raggiungere e superare gli avversari, ma è stata raggiunta allo scadere, grazie a un’amnesia collettiva della difesa, e con gli ospiti in inferiorità numerica. Schällibaum, addirittura, è stato espulso, e squalificato per ben tre giornate: una sanzione draconiana che ha lasciato un po’ di amaro in bocca ai ticinesi. Per “santificare” la sosta, i Momò hanno scelto un avversario di lusso: venerdì 9, alle 18, al Riva IV scenderà in campo, per un’amichevole, nientemeno che l’Inter.