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Stagioni a confronto: cosa è cambiato in Serie A a distanza di un anno

La sosta del campionato di Serie A – a causa degli impegni della Nazionale Italiana nelle qualificazioni a Euro 2016 – ci permette anche di fermarci per un secondo a riflettere sulle differenze tra questa stagione e quella passata: un’analisi che certo, è fatta solo sulle sette giornate fin qui disputate, ma che può aiutarci a comprendere il profondo cambiamento che c’è stato.

LA LOTTA PER LO SCUDETTO – Innanzitutto è cambiata la capolista: non più la Juventus, che l’anno scorso aveva fin qui totalizzato 19 punti, ma la Fiorentina di Paulo Sousa, capace di ottenere ben 6 vittorie su 7. I viola hanno però un margine superiore (2 punti sull’Inter) di quanto avessero i bianconeri sulla Roma seconda. I nerazzurri di Mancini sono stati a lungo in testa, proprio fino allo scontro diretto con i toscani: i 7 punti in più non corrisponderanno a un gioco spumeggiante, ma non tolgono il fatto che l’Inter sia notevolmente migliorata. La Lazio ha guadagnato ben tre posizioni, assestandosi sul terzo gradino del podio, precedendo l’altra romana di una sola lunghezza. Per gli uomini di García si tratta di un inizio peggiore rispetto allo scorso anno, quando contendevano la prima piazza alla Juventus e sembravano in piena lotta per il titolo. Il Napoli, dopo un avvio stentato, ha trovato in Sarri l’uomo giusto per risalire e, anche se sesto in classifica, ha solo 3 lunghezze dal terzo posto e può ambire ai vertici.

LE SORPRESE – Il Torino, con una eventuale vittoria a Carpi, si sarebbe insediato (anche se solo provvisoriamente, in attesa degli altri incontri di giornata) al primo posto in classifica: un balzo in avanti c’è stato comunque per gli uomini di Ventura, che hanno guadagnato ben 5 punti rispetto allo scorso anno. Il ChievoVerona, vera sorpresa del campionato nelle prime giornate, ha fatto della regolarità la sua caratteristica principale e ha lasciato il campo sconfitto – peraltro immeritatamente – solo contro l’Inter. Il Sassuolo ha compiuto un salto significativo (12 punti rispetto ai 4 dello scorso anno) ed è stato imbattuto fino alla partita di Empoli. Anche l’Atalanta, con la sua decima posizione, ha mostrato grandi progressi.

LE DELUSIONI – La prima vera delusione è la Juventus campione d’Italia: sono ben 11 i punti persi dai bianconeri, che hanno pagato un avvio tutt’altro che brillante. L’aggancio alla zona scudetto è ancora possibile, certo, ma non è più la Juve schiacciasassi degli scorsi campionati. Male anche il rinnovato Milan di Mihajlović, che ha messo in cascina solamente 9 punti e ha perso ben 7 posizioni. Una situazione non certo facile per un squadra che ha speso tanto in estate per rafforzarsi. Anche l’Udinese non se la passa bene: Di Natale e compagni, complice qualche sconfitta interna, hanno avuto un avvio non proprio felicissimo e hanno perduto 6 punti rispetto alla scorsa stagione. Tra le deluse annoveriamo anche l’Hellas Verona, l’unica di A a non aver ancora vinto una gara: un bottino assai magro per chi, nel campionato precedente, aveva messo a referto già 11 punti e sembrava potesse recitare un ruolo anche in “chiave Europa”.

LE ALTRE – L’Empoli ha cambiato allenatore ma, nella sostanza, i punti ottenuti sono gli stessi, 7. Il Genoa ha perso due punti ma è rimasta sostanzialmente nella stessa zona di classifica dello scorso anno. Il Palermo, che a detta di Zamparini è la squadra fino a questo momento peggiore della A, ha paradossalmente 1 punto in più rispetto alla classifica di un anno fa e sembra comunque in grado di risalire prontamente. Non possiamo chiaramente fare un paragone per Frosinone, Carpi e Bologna, che lo scorso anno giocavano in B: i loro punti complessivi sono comunque inferiori a quelli ottenuti dalle neopromosse dello scorso anno.