Bella Italia, brutta touche: l’Irlanda vince 16-9 e siamo fuori dal mondiale

Il tempo delle sconfitte onorevoli, forse, è finito: giusto non “celebrare” una sconfitta, nonostante la soddisfazione di aver fatto sudare l’Irlanda campione uscente del Sei Nazioni e forza principale dell’Emisfero Nord del rugby. L’Italia ha perso di 7 punti (una meta trasformata, in soldoni), offrendo al pubblico dello Stadio Olimpico di Londra una prova di altissimo livello in tutte le fasi del gioco tranne una, la touche: 5 regali agli irlandesi in rimessa laterale e ciao ciao quarti di finale, saluti ai sogni di qualificazione.

Quote alla mano, il pronostico era molto poco aperto. L’idea era che sarebbe arrivata, in qualche modo, l’asfaltata; eppure così non è andata perché gli azzurri, complice anche il rientro di capitan Parisse (a prescindere da quanto fatto dal n. 8, la sua sola presenza dà una spinta in più ai compagni), sono rimasti concentrati e disciplinati per tutti gli 80′, mantenendo alta l’intensità anche dopo la fatidica ora di gioco, chiave di volta (in negativo) nell’ultimo lustro. Peccato per i problemi in rimessa laterale, gravissimi: diverse volt l’Italrugby vanificava gli sforzi della metà campo difensiva, senza avanzamento. Troppo difficile competere, azzoppati così, con un’Irlanda fisica ma meno esplosiva del solito, sorpresa forse dalla difesa azzurra: non sembravamo una piccola in cerca della sconfitta con meno scarto possibile, ma un altro Giappone coraggiosamente disposto a combattere i suoi “Springboks”.

Tabellino alla mano, decisiva la meta di Earls al 19′, col piede di Sexton meno preciso del solito (4 su 6) eppure sufficiente a spegnere il fuoco al momento della verità. Dall’altra parte nessuna meta: Furno, sfortunato, pesta la linea laterale prima di schiacciare, con Allan (3 su 3) più preciso di Canna nelle punizioni.

Nelle altre partite, sabato sera drammatico per l’Inghilterra, meritatamente sconfitta a Twickenham da un’Australia formato mondiale. Gli inglesi, eliminati al primo turno, avranno molto da riflettere su una incapacità di vincere i big match mostrata già negli ultimi Sei Nazioni. Tutto facile per la Francia col Canada (41-18), come per il Sudafrica con la Scozia (34-16); nessun problema per gli All Blacks a Cardiff nella sfida alla Georgia (43-10), sempre meglio il Giappone, galvanizzato dal 5-26 inflitto alle Samoa.