Due facce non di un assassino, ma di una Juventus che in campionato tentenna e in Champions, invece… vola come un apache. Ops, nessun riferimento ad attaccanti realmente esistenti, e volati via, ci mancherebbe: l’ultima delle intenzioni è infilare il dito nella piaga. Eh già, perché il vuoto lasciato da Tévez si sente là davanti, nonostante un Morata incredibile in Europa, con i suoi cinque gol consecutivi, e nonostante un Dybala che sarà pur giovane, ma sta dimostrando di avere talento e personalità.
C’è un problema in casa Juventus, ed è di facile intuizione: il rinnovamento attuato dalla dirigenza sta portando delle conseguenze, con questo che sembra essere sempre più quella stagion di transizione che hanno già attraversato diverse grandi squadre europee, dopo aver chiuso un ciclo di successi. Ciclo, che per la Juve è considerabile vincente soltanto all’interno dei nostri confini, con quella finale di Champions League che quasi stravolgeva tutto, facendo sì che il popolo bianconero accarezzasse l’idea di potersi considerare protagonista anche in Europa. Beh, a dirla tutta lo è stata protagonista, la Juventus, in Europa, ma non fino in fondo. Lo è stata, ma non fino alla fine, come l’hashtag lanciato la scorsa stagione.
Comunque, la corsa alla finale di Berlino ha evidentemente portato i suoi frutti. La Juve sembra avere idea di come comportarsi in giro per l’Europa, e di essere invece piuttosto confusa in quella Serie A che, paradossalmente, dovrebbe essere più a sua misura. L’Europa va, l’Italia no: Allegri, al suo secondo anno di bianconero, ha molto da lavorare, perché la sua Juventus ha due preoccupanti facce, e soprattutto, il tecnico toscano sta dimostrando di patire i soliti problemi, quelli derivanti dal non poter più godere di una squadra costruita per… qualcun altro.
Parlando per paradossi, è come se… avere Allegri in panchina comportasse il fatto di dover, prima o poi, ridimensionarsi. E’ successo al Milan, sembra stia succedendo anche alla Juventus, dove dopo il primo anno (con una squadra vincente, costruita per Conte) stanno sorgendo i problemi (con un organico smantellato e rimpolpato da gente pur brava, ma forse non all’altezza). Questione di scelte, dopotutto: prendersi una stagione di riflessione (e un tecnico che accetti la cosa) per poi, con calma, ripartire. Per tal motivo, che le vittorie in Europa non ingannino: la Juve può passarlo il turno, certo, ma sarebbe utopistico pensare a un bis di quanto fatto l’anno scorso. Non ne ha la forza quest’anno, non ne ha le capacità. Meglio concentrarsi sul campionato allora, dove pure sono evidenti parecchie difficoltà, e lo stiamo notando, ma almeno, pian piano, la qualità uscirà fuori, e dopotutto experientia docet: i bianconeri, in Italia, possono trovare la loro vera dimensione. E magari, trasformare quest’anno di flessione in una stagione in cui, comunque, pur senza vittorie, si potrà riuscire a restare sempre e comunque competitivi.